All’improvviso, emerge un nuovo ed importante particolare sulla figura di Denise Pipitone. Questo potrebbe portare ad ulteriori svolte nelle indagini e rivelare retroscena non ancora considerati fino ad oggi. A dicembre 2021 si sono chiuse ufficialmente le indagini a Marsala ed è ora in corso un processo. È proprio da questo processo, svolto sempre nel paesino della Sicilia, che spuntano notizie aggiornate. Inizia solo adesso a profilarsi un quadro più chiaro della situazione. Vediamo tutti gli aggiornamenti.
Nel processo sul caso Denise Pipitone, la pm Maria Angioni, nonché attuale giudice a Sassari, è imputata per false informazioni. All’epoca della tragedia, la donna era responsabile dell’inchiesta. Un testimone al processo più di tutti ha rivelato informazioni interessanti. Si tratta in effetti proprio dell’ultimo testimone, Giuseppe Linares. L’uomo a quei tempi dirigeva la Squadra mobile di Trapani. Ha affermato che né la padre Piera Maggio né Pietro Pulizzi avessero rivelato fin da subito che Denise non era figlia di Antonino Pipitone. La dichiarazione è arrivata dopo il 4 settembre 2004.
A pochi giorni dalla scomparse di Denise, il pm aveva infatti chiesto la prova del Dna. A quel punto, la madre ha deciso di confessare direttamente quale fosse la realtà dei fatti. Sicuramente Anna Corona, compagna del vero padre di Denise, potrebbe aver covato un certo rancore per la bambina. L’ex Pm Angioni aveva segnalato depistaggi nell’indagine e scarsa professionalità degli addetti al caso dell’epoca. L’attuale processo serve proprio a cercare di capire se ci siano state figure che abbiano compromesso le indagini non andando fino in fondo e non considerando tutte le possibili piste. Insomma, si cerca di capire se ci siano state delle mancanze nelle indagini.
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Il problema però, secondo Giuseppe Linares, non risiede nell’incompetenza e inadeguatezza dei responsabili delle indagini dell’epoca. Chi ha omesso particolari importanti è stata la madre di Denis, che per giorni ha negato qualsiasi tipo di relazione o conoscenza con Pietro Pulizzi, segnalando la loro relazione come frutto di dicerie. È ovvio dunque che le indagini fossero state rallentate dall’omissione di informazioni così importanti e decisive per capire la dinamica della questione.
Sicuramente le informazioni fornite da Giuseppe Linares vanno un po’ in contrasto con quelle fornite da Maria Angioni. Il dottor Linares infatti sottolinea l’efficienza delle indagini e di coloro che ci hanno lavorato. Secondo Linares infatti Antonio Sfameni, ex dirigente del commissariato di Mazara del Vallo, ha svolto un lavoro eccellente. Al contrario, Maria Angioni ritiene che siano molte le incongruenze rispetto al caso. Proprio tali incongruenze, le avevano già fatto sospettare nel 2005 dell’inefficienza circa il lavoro svolto. Nella prossima udienza sarà proprio la Angioni a testimoniare. Seguici su Google News