Nessuna richiesta pervenuta, ma nessun allarme. Nel piccolo borgo di Sagron Mis, al confine orientale del Trentino, nessuno ha presentato domanda per accedere al contributo fino a 100 mila euro previsto dal bando provinciale per la riqualificazione degli immobili nei 32 comuni più a rischio spopolamento. Un dato che, altrove, potrebbe destare preoccupazione. Ma non qui. «Non è un dramma», commenta con pacatezza il sindaco Marco Depaoli, da poco rieletto alla guida del paese di appena 170 abitanti. «Il primo bando ha attirato soprattutto chi vive nei comuni con un mercato immobiliare più dinamico. Ma a settembre si apre una nuova finestra sempre da 100 mila euro e contiamo di intercettare più interesse».
Poche case in vendita, tante seconde case
Il problema, come spiega lo stesso sindaco al Corriere del Trentino, non è la mancanza di interesse, ma la scarsità di immobili disponibili e vendibili. «Abbiamo una quindicina di case potenzialmente sul mercato — racconta — ma bisogna vedere se sono idonee e se chi le compra intende davvero investire con il bando. Molte abitazioni sono seconde case e spesso i proprietari preferiscono tenerle piuttosto che venderle». Per Depaoli, serve un cambio di mentalità, un “passaggio culturale” che accompagni le politiche di sostegno economico con una maggiore apertura da parte di residenti e villeggianti.
Promozione e rilancio: la carta dell’attrattività
Nonostante la bassa partecipazione iniziale, l’amministrazione comunale non resta con le mani in mano. «Stiamo lavorando per rendere Sagron Mis più attrattivo», spiega il primo cittadino. Il borgo, incastonato tra le Dolomiti, offre paesaggi mozzafiato e uno stile di vita alternativo rispetto alle grandi città, oggi messe alla prova da temperature estreme e ritmi frenetici. In questa ottica, è stata potenziata la connessione a banda larga, per attrarre nomadi digitali e lavoratori da remoto. «Qualcuno ha già colto l’opportunità», afferma Depaoli, fiducioso.
Tra carenze e resilienza
Tuttavia, come molti piccoli comuni di montagna, anche Sagron Mis fa i conti con la carenza di servizi essenziali. «Abbiamo una cooperativa e l’ufficio postale», spiega il sindaco, «ma ci manca un medico di base, una criticità diffusa in tutto il Trentino». Una sfida non da poco, soprattutto per i più anziani, ma che l’amministrazione si impegna ad affrontare con determinazione.
L’obiettivo: restare vivi
In attesa della seconda fase del bando, il Comune punta sulla comunicazione e sul rilancio del territorio. Sagron Mis, che ha già visto crescere l’interesse turistico, spera ora di attrarre nuovi residenti e incentivare il recupero di un patrimonio abitativo che rischia di rimanere vuoto. Con un occhio al futuro e uno alla tradizione, il paese cerca la propria strada per resistere allo spopolamento senza snaturare la propria identità.
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