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Murata viva dall’ex dopo essere stata sequestrata e aggredita, la storia di Ada Vallebona ha scosso l’Italia

Ada Vallebona Ada Vallebona

Per la rubrica Cold Case oggi vi ricordiamo il caso Ada Vallebona, il sequestro che sconvolse l’Italia. 

Nel cuore borghese del quartiere genovese di Albaro, dove l’eleganza e il silenzio sono la norma, l’estate del 1994 fu squarciata da un evento che lasciò il Paese attonito: il sequestro di Ada Vallebona, 31 anni, stimata commercialista e nipote dell’inventore della TAC. Quella che era iniziata come una conoscenza estiva a Rapallo si trasformò in uno dei più scioccanti casi di cronaca nera degli anni ’90.

Il “corteggiatore” ossessivo

Mario Corradini, 29 anni, bello ma instabile, aveva incontrato Ada in vacanza. Per lei era stata un’avventura passeggera, ma per lui fu l’inizio di un’ossessione. Rifiutato, cominciò a perseguitarla: telefonate continue, attenzioni invadenti, tentativi di riconquista. Ada, preoccupata, si era ormai allontanata, ma Corradini non accettò la fine.

Il sequestro

Il 2 giugno, mentre Ada rientrava a casa, venne assalita da due uomini con caschi integrali. Colpita, accoltellata, venne caricata su un’auto e condotta in una centralina elettrica dismessa a Recco. Lì fu incatenata e murata viva in un vano angusto e buio, nascosta dietro un muro di mattoni.

La richiesta di riscatto e le indagini

Tre miliardi di lire: questa la cifra chiesta ai familiari. Il padre, il dottor Davide Vallebona, medico affermato, scelse di affidarsi alla polizia. Le indagini portarono ben presto a sospettare di Corradini, soprattutto grazie alle amiche della vittima. Il suo alibi, confermato inizialmente dalla sorella, si sgretolò. Dopo la smentita di lei, Mario confessò.

Il salvataggio

Scattò una disperata corsa contro il tempo. Gli investigatori giunti alla centralina trovarono solo un muro. Fu un piccolo cunicolo d’aria lasciato aperto dai rapitori a consentire ai soccorritori di accedere al nascondiglio. Dentro, Ada era pallida, ferita, ma viva. Quando si svegliò, sussurrò soltanto: “Mario? È stato Mario?”

Condanne e memoria collettiva

Corradini e il suo complice, Nicolò Fortini, vennero arrestati e condannati per sequestro di persona e tentato omicidio. Il caso destò clamore in tutta Italia, diventando simbolo di un amore malato che si trasforma in prigionia e violenza. Un monito ancora oggi attuale.

Ada Vallebona sopravvisse, ma la sua storia ha lasciato un segno indelebile nella cronaca italiana: la testimonianza drammatica di come l’ossessione possa annientare la ragione — e quanto sia importante ascoltare i segnali d’allarme prima che sia troppo tardi.

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