Giallo a Carbonara di Nola: la morte di Marianna Pisciotta, indagini sui cellulari e dubbi sul suicidio. Continuano senza sosta le indagini sulla morte di Marianna Pisciotta, la logopedista 36enne originaria di Battipaglia, trovata senza vita con un colpo di pistola al petto lo scorso 7 gennaio all’interno dell’abitazione di un amico e docente di educazione fisica, a Carbonara di Nola, in provincia di Napoli. Mentre gli inquirenti cercano di far luce sulla dinamica del decesso, crescono i dubbi sull’ipotesi di un gesto volontario.
I cellulari al vaglio di un consulente informatico
Nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita della donna e comprendere cosa sia realmente accaduto quella mattina, il pm Sarah Caiazzo ha incaricato un ingegnere informatico di eseguire la copia forense dei cellulari della vittima e dell’uomo che la ospitava, un insegnante di educazione fisica di 43 anni. L’obiettivo è analizzare chat, chiamate, messaggi vocali e ogni altro contenuto che possa fornire elementi utili alle indagini.
Un colpo “silenzioso”: usato un cuscino come silenziatore
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nessuno avrebbe udito lo sparo. Un dettaglio che ha trovato una prima spiegazione: tra la canna della pistola e il petto della donna sarebbe stato frapposto un cuscino, usato per attutire il rumore. Una circostanza che insospettisce gli inquirenti, vista la dinamica insolita per un suicidio. Marianna è stata trovata vestita, come se stesse per uscire. Il suo amico ha riferito che lei non voleva andare al lavoro, e che lui l’avrebbe convinta a restare. Poi, mentre lui era sotto la doccia, l’avrebbe trovata già morta al suo ritorno. Una versione che lascia molti punti interrogativi aperti.
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Le amiche: “Marianna non si è suicidata”
A smentire con forza l’ipotesi del suicidio sono state le amiche della 36enne, intervenute nella trasmissione Pomeriggio 5. “Marianna era una persona solare, affettuosa, piena di vita”, ha detto Marisa D’Amato, amica storica della logopedista. “Non ci sono stati segnali, né parole, né gesti che facessero pensare a una sua volontà di farla finita. Aveva progetti, sogni, amava il suo lavoro. Questo gesto non le appartiene”.
Le prossime mosse investigative: attesa per lo stub
Uno degli esami decisivi sarà lo stub, l’accertamento scientifico per verificare la presenza di residui di polvere da sparo sulle mani di Marianna. Se risultassero assenti, l’ipotesi del suicidio verrebbe ulteriormente indebolita. Intanto, il 43enne proprietario dell’arma – regolarmente detenuta – è indagato per omicidio colposo per omessa custodia della pistola.
Un caso ancora tutto da chiarire
Il caso di Marianna Pisciotta si configura sempre più come un giallo dai contorni oscuri. Tra analisi forensi, interrogatori, tracce tecnologiche e testimonianze personali, sarà la giustizia a dover stabilire se davvero la giovane donna si sia tolta la vita o se dietro la tragedia si nasconda qualcosa di molto più inquietante. La famiglia e gli amici, intanto, attendono risposte: la verità, dicono, “è tutto ciò che chiediamo per Marianna”.
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