Torino – L’esplosione che nella notte tra il 29 e il 30 giugno ha devastato il palazzo di via Nizza 389, nel quartiere Lingotto, causando la morte del 33enne Jacopo Peretti, non è stata frutto di una tragica fuga di gas. Dopo giorni di indagini e accertamenti tecnici, la Procura di Torino ha svelato l’inquietante retroscena: si è trattato di un atto doloso, un gesto di vendetta orchestrato da un uomo di 40 anni, guardia giurata, arrestato con l’accusa di omicidio volontario e crollo doloso.
Il movente: ossessione e vendetta contro una donna
Al centro della vicenda c’è Mădălina Ionela Hagiu, 30 anni, residente nell’appartamento preso di mira. L’uomo arrestato, che nutriva un forte interesse – secondo alcuni “un’ossessione” – per la giovane, non avrebbe accettato il suo allontanamento e la presenza di un nuovo compagno nella sua vita. Gli inquirenti ipotizzano che il suo obiettivo fosse colpire simbolicamente la donna, incendiando la sua abitazione durante la sua assenza. Mădălina si trovava infatti in vacanza all’Isola d’Elba dal 23 giugno ed è rientrata a Torino solo la sera del 4 luglio. Approfittando di quell’assenza, la guardia giurata si sarebbe introdotta nello stabile e avrebbe provocato lo scoppio. Ma il suo piano è degenerato in una tragedia ben più grande.
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Jacopo Peretti, la vittima innocente
A pagare con la vita è stato Jacopo Peretti, giovane ingegnere originario di Mazzè (Torino), trasferitosi da poco in città. Si trovava nel suo appartamento al quinto piano – lo stesso di Mădălina – ed è stato travolto dal crollo causato dall’esplosione. Per la Procura è una “vittima collaterale”, estranea ai rapporti tra l’indagato e la donna.
Testimoni chiave: “Un uomo insanguinato fuggiva dal palazzo”
Subito dopo l’esplosione, alcuni testimoni avevano segnalato la presenza di un uomo ferito che scappava dal palazzo, con il volto insanguinato. Il dettaglio si è rivelato fondamentale per indirizzare le indagini e identificare il sospettato. La sua ferita alla testa, compatibile con l’onda d’urto dello scoppio, ha finito per incastrarlo.
Le accuse
Il 40enne è ora detenuto con le gravi accuse di omicidio volontario aggravato, distruzione di edificio e attentato alla sicurezza pubblica. Il suo gesto non solo ha tolto la vita a un innocente, ma ha anche causato il crollo parziale dell’edificio, l’evacuazione dei residenti e danni strutturali ingenti. Il quartiere Lingotto è ancora sotto shock. I residenti parlano di un clima surreale, di macerie e paura. In molti conoscevano Jacopo solo di vista, ma lo ricordano come un ragazzo tranquillo e gentile. L’intero condominio resta sotto sequestro, mentre si cerca di garantire assistenza alle famiglie sfollate.
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