Fino a pochi giorni fa, Camp Mystic, immerso nel verde della contea di Kerr, Texas, sembrava un luogo senza tempo: una piccola oasi per bambine e adolescenti, rifugio estivo fatto di casette di legno dal tetto verde, gite in canoa sul romantico Cypress Creek, dormitori pieni di risate e nuove amicizie, sport, piscina e una disciplina dolce ispirata ai valori cristiani. Un luogo che, per oltre un secolo, ha rappresentato per centinaia di famiglie americane una promessa di serenità e formazione. Ma oggi quel sogno è diventato fango e silenzio.
La furia dell’acqua nella notte
Venerdì 4 luglio, intorno all’1.30, un violento temporale si è abbattuto sull’area. Alle 4 del mattino, l’acqua ha iniziato a salire con una rapidità spaventosa. In pochi minuti, la piena del fiume Guadalupe ha travolto il campeggio. I dormitori erano pieni: 750 bambine tra i 7 e i 17 anni. Molte si sono svegliate per il rumore della pioggia battente. Poi, il panico.
Elinor Lester, 13 anni, ha raccontato che lei e le compagne del suo dormitorio sono state legate con una corda dalle responsabili del campo. Così, strette l’una all’altra, hanno attraversato un ponte già sommerso fino alle ginocchia per raggiungere un’altura. «Non sapevamo cosa fare, ci tenevamo per mano, piangevamo», ha raccontato.
Strage di bambine al Campo estivo, una tragedia senza precedenti. 24 vittime ma molte non si trovano
Una tragedia annunciata in pochi minuti
Il fiume Guadalupe è salito di 6,7 metri in meno di due ore. Il misuratore si è rotto quando ha raggiunto i 9 metri. Canoe affondate, casette sradicate, alberi abbattuti, sentieri spazzati via. Molte bambine sono state viste trascinate via dalla corrente.
I soccorritori hanno fatto il possibile, ma la violenza dell’acqua ha reso ogni intervento estremamente difficile. Le autorità hanno contattato subito i genitori: «C’è stata un’alluvione. Non troviamo vostra figlia. Ma continuiamo a cercarla».
I volti della speranza
In queste ore, le immagini delle bambine disperse si sono diffuse su giornali e social: volti sorridenti, capelli raccolti con fermagli colorati, apparecchi ortodontici, magliette estive, sguardi pieni di vita. Sotto ogni fotografia, un nome: Hadley, Eloise, Lila, Greta, Molly, e poi i numeri dei genitori o delle zie, con un appello: Se la vedete, chiamateci subito. La speranza resiste, ma le autorità ammettono che le probabilità di trovarle vive sono sempre più basse.
Un disastro con pochi precedenti
L’evento richiama alla mente un’altra tragedia: l’alluvione del 1987, quando il fiume travolse un gruppo di adolescenti diretti a un altro campo estivo. Dieci morti. Oggi, il bilancio potrebbe essere ancora più pesante. I terreni aridi della zona, resi impermeabili dalla siccità, hanno amplificato gli effetti della pioggia torrenziale, trasformando un paradiso estivo in uno scenario di devastazione e dolore. Le famiglie ora si aggrappano a una sola parola: miracolo. E l’America intera prega con loro.
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