Il femminicidio della 14enne Martina Carbonaro, uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, si arricchisce di nuovi dettagli agghiaccianti. A parlare è l’avvocato del giovane, Mario Mangazzo, che ha rilasciato una dichiarazione all’esterno del carcere di Poggioreale, dove oggi – venerdì 30 maggio 2025 – si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari Stefania Amodeo sulla convalida del fermo.
Il legale: «Ha colpito Martina tre volte con una pietra»
Secondo il racconto fornito dall’indagato al proprio legale, l’aggressione sarebbe avvenuta in un impeto di rabbia, dopo che Martina aveva rifiutato un abbraccio. I due si erano recati nella casa abbandonata del custode dello stadio per avere un confronto. È lì che, mentre la ragazza era di spalle, Alessio avrebbe sferrato un primo colpo con una pietra, seguito da altri due. Colpi fatali, che non le hanno lasciato scampo. «Dopo averla colpita, ha nascosto il corpo tra rifiuti e calcinacci, poi coperto con un vecchio armadio», ha spiegato l’avvocato. Tucci avrebbe agito da solo, lavando i vestiti sporchi di sangue, in particolare i pantaloni, e occultando la maglietta della ragazza.
La messinscena: le ricerche con i genitori
Dopo il delitto, il giovane sarebbe tornato a casa, avrebbe fatto la doccia e, la sera stessa, avrebbe partecipato alle ricerche della vittima, fingendosi preoccupato. «Ha detto di essere molto angosciato e spaventato dalle possibili reazioni delle famiglie», ha riferito il legale. Il cellulare di Martina era stato nascosto in un’intercapedine del casolare, e la scheda sim gettata via. Solo nella notte del ritrovamento del corpo, Alessio ha confessato, ammettendo ogni responsabilità.
I genitori di Alessio Tucci: «Mai ci saremmo aspettati una cosa simile»
In lacrime e sconvolti, i genitori di Alessio si sono detti devastati. «Martina era come una figlia per noi», ha dichiarato Domenico Tucci, padre del 19enne. «Chiedo scusa a tutti. Mio figlio non era ossessionato, era innamorato. È impazzito vedendo che lei chattava con un altro ragazzo». Tuttavia, il passato getta ombre inquietanti: «Mia moglie disse alla mamma di Martina di fare attenzione, perché sapevamo che frequentava altri ragazzi», ha ammesso.
La rabbia e il dolore della famiglia Carbonaro
Completamente opposta la posizione della famiglia di Martina, devastata non solo per la perdita, ma anche per il tradimento emotivo di chi si era mostrato vicino, pur essendo l’assassino. «Avevo il killer di mia figlia in macchina con me», ha detto Marcello Carbonaro, padre della vittima. «Mi ha detto ‘ha fatto la sua strada e io la mia’. Poi ha aggiunto che stava andando a fare la doccia. Ora capisco perché: si stava lavando il sangue di mia figlia di dosso».
La madre di Martina, Enza Cossentino, ha chiesto l’ergastolo per Alessio Tucci. «Tre settimane fa ho saputo che le aveva dato uno schiaffo. Lei lo aveva accettato, ma oggi penso che ci fosse molto altro che mia figlia non mi ha detto. Ora comprendo tanti segnali. Anche la frase inquietante della madre di Alessio: “Stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere”. Forse sapeva qualcosa e non ha parlato».
Le prossime tappe giudiziarie
Nel pomeriggio di oggi si attende la convalida del fermo da parte del Gip, mentre per il 3 giugno è fissato il conferimento dell’incarico al medico legale per l’autopsia sul corpo della ragazza. Alessio Tucci, attualmente in reparto protetto nel carcere di Poggioreale, ha chiesto una perizia psichiatrica, e il suo legale parla di dolo d’impeto, un raptus non premeditato. Il caso di Martina Carbonaro continua a scuotere l’opinione pubblica e pone ancora una volta l’accento su quanto sia urgente affrontare con strumenti educativi, giudiziari e sociali il fenomeno del possesso e della violenza in ambito relazionale tra adolescenti.
