Dopo la sentenza del Tribunale civile di Milano che ha condannato Laura Ciuladaite, moglie di Omar Impagnatiello e cognata del killer di Giulia Tramontano, la sorella della vittima, Chiara, ha affidato ai social tutta la sua rabbia. «Cari giudici, questa è la feccia umana che vorrebbe accedere alla giustizia riparativa», ha scritto nelle sue storie su Instagram, condividendo gli articoli sulla notizia. Poi l’attacco diretto: «Famiglia di assassini ignoranti».
Giulia Tramontano, La condanna
Il Tribunale civile di Milano ha stabilito che Laura Ciuladaite dovrà risarcire la famiglia Tramontano con circa 25mila euro tra danni e spese legali. Il motivo è l’acquisto, avvenuto due mesi dopo l’omicidio, della Volkswagen T-Roc di Alessandro Impagnatiello, l’auto usata dal barman per trasportare il corpo della compagna, incinta di sette mesi, prima di confessare il femminicidio.
Secondo il giudice Francesco Pipicelli, quella compravendita era stata conclusa «con l’esclusivo fine di sottrarre il bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano» e per «diminire la consistenza patrimoniale» dell’assassino, già condannato all’ergastolo.
Il dolore della famiglia
Per i genitori e i fratelli di Giulia, quella vettura non doveva più circolare liberamente: era l’auto su cui il corpo della giovane era stato nascosto e trasportato. L’azione legale è stata avviata proprio per impedire che un bene così carico di dolore potesse diventare oggetto di normali passaggi di proprietà. La sentenza ha dato loro ragione. Ma, come dimostrano le parole di Chiara Tramontano, il bisogno di giustizia e il rancore verso chi ha cercato di proteggere l’assassino restano fortissimi.
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