La vicenda di Francesca Bonivardo è la storia di una donna che ha sempre messo al centro della sua vita l’aiuto agli altri, e che oggi, dopo una malattia improvvisa e devastante, si ritrova a chiedere sostegno per poter continuare a vivere dignitosamente.
A ottobre del 2024, la 53enne di Cervignasco, frazione di Saluzzo, madre di otto figli e figura conosciuta nel mondo del volontariato locale, è stata colpita da una febbre altissima. In poche ore il suo corpo è stato travolto da una setticemia fulminante, causata da un batterio che ha provocato ischemie agli arti e necrosi sul 70% della pelle. Trasportata d’urgenza in Rianimazione a Cuneo, è rimasta per giorni in bilico tra la vita e la morte, sottoposta a dialisi e cure intensive.
Il successivo trasferimento al Centro Grandi Ustionati del CTO di Torino ha rappresentato l’inizio di un lungo calvario. Per cinque mesi Francesca ha affrontato interventi complessi e terapie dolorose sotto la guida del dottor Janem Ganem e della sua équipe. Grazie agli innesti di pelle e alla vac therapy, le sue gambe sono state salvate, ma ha perso due dita della mano destra.
La raccolta fondi per salvare Francesca
Ad aprile del 2025 è finalmente tornata a casa, accolta dall’abbraccio dei suoi figli – quattro naturali e quattro adottati – e del marito Lorenzo. La vita, però, non è più come prima: cammina con difficoltà, ha bisogno di assistenza continua e convive con dolori cronici. Per recuperare parzialmente la funzionalità della mano servono due protesi – una fissa in silicone e una funzionale – oltre a creme, terapie e integratori specifici che non sono coperti dal Servizio sanitario nazionale.
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Per affrontare queste spese, un’amica di famiglia ha lanciato una raccolta fondi, ( qui il link) che ha già superato i 24mila euro, con l’obiettivo di raggiungere i 35mila. L’appello è chiaro: Francesca, che nel 2012 aveva aperto la sua casa a bambini in difficoltà e nel 2022 ne aveva adottati quattro, non ha mai negato il suo aiuto a nessuno. Ora tocca alla comunità, a Saluzzo e oltre, tenderle la mano per affrontare un futuro che, pur segnato dalle cicatrici, può ancora essere vissuto con dignità e speranza.
Quella di Francesca è una storia di dolore e di resilienza, ma anche di solidarietà, in cui chi ha sempre dato senza chiedere nulla in cambio ora riceve l’affetto e il sostegno di chi le è stato vicino e di tanti sconosciuti mossi dalla sua forza e dal suo esempio.
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