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Garlasco, arriva il colpo di scena: trovato il Dna maschile ma non è nè di Sempio nè di Stasi. C’era qualcun’altro in casa

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Dopo quasi 17 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia ha riaperto il caso con nuovi accertamenti scientifici che potrebbero fornire una svolta. L’attenzione è rivolta ora a tre reperti finora rimasti in secondo piano: una para adesiva con un’impronta digitale non identificata e tracce di DNA maschile, un tappetino da bagno con minuscole quantità di materiale genetico, e un tampone orale autoptico ritenuto fino ad oggi non utile per estrarre profili.

L’analisi dei reperti

Le analisi scientifiche, condotte nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli, sono affidate alla biologa forense Denise Albani, che dovrà prima valutare l’integrità dei reperti e poi l’eventuale attribuzione genetica. Sulla para adesiva è stato isolato un DNA di tipo “Y”, quindi compatibile con un soggetto di sesso maschile. Secondo i riscontri preliminari, non appartiene né ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato in via definitiva per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, oggi unico indagato nell’ambito della nuova inchiesta. L’impronta digitale associata a questo reperto, denominata “impronta numero 33”, è ancora senza identificazione, e se confermata come maschile potrebbe suggerire la presenza di una terza figura maschile sulla scena del crimine.

Il tappetino del bagno e i dubbi sul lavaggio dell’assassino

Il tappetino del bagno era stato una delle prove chiave nel processo contro Stasi, sostenendo che l’omicida si fosse lavato prima di lasciare la casa. Tuttavia, recenti accertamenti indicano che nel lavabo non furono trovate tracce di sangue, ma solo capelli lunghi e scuri, compatibili con la vittima. Questo ha aperto a una nuova ipotesi: l’assassino non si sarebbe lavato, ma si sarebbe solo specchiato per controllarsi, forse usando un asciugamano, prima della fuga. Sul tappetino sono emerse minime tracce di materiale genetico maschile, la cui natura non è ancora definita. Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha dichiarato: “I campioni devono essere analizzati ancora per scrupolo. La scienza è ripetibilità e rigore, non ci si può accontentare di un solo esito”.

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La posizione della difesa di Andrea Sempio

Secondo la difesa di Andrea Sempio, rappresentata dagli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, i nuovi elementi non mettono in discussione quanto già emerso negli anni. “Il sangue sul tappetino, i reperti nella spazzatura, l’Estathé… sono stati già analizzati e non dimostrano nulla contro Sempio”, ha dichiarato Lovati. “Ora si torna all’esame del DNA sotto le unghie di Chiara, il primo punto da cui era partito l’incidente probatorio. Ed è da lì che, scientificamente, si deve ripartire”.

Un caso ancora aperto

Mentre si attendono i risultati delle nuove analisi genetiche, la sensazione è che l’inchiesta resti sospesa tra vecchie ipotesi e nuove piste. La domanda resta la stessa da diciassette anni: chi ha ucciso Chiara Poggi? E c’è ancora un DNA maschile da identificare.

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