Dark Mode Light Mode
Seguici
Seguici

Garlasco, il mistero della borsetta di Chiara scomparsa. Un furto di cui nessuno ha mai parlato

chiara poggi garlasco delitto chiara poggi garlasco delitto

Mentre la Procura generale di Milano prepara il ricorso in Cassazione contro la semilibertà concessa ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, emergono nuovi elementi che sembrano riaprire vecchi interrogativi nel giallo di Garlasco. Al centro delle attenzioni ora non solo le mosse dell’ex imputato, ma anche un oggetto personale sparito, una pista mai approfondita, e un’impronta inquietante, già nota ma rimasta senza identità.

Il nodo della semilibertà e l’intervista contestata

Secondo la sostituta procuratrice generale Valeria Marino, Stasi avrebbe violato lo spirito delle prescrizioni legate al beneficio penitenziario concedendosi un’intervista alla trasmissione Le Iene lo scorso 22 marzo. Un’apparizione pubblica concessa durante un permesso premio, ritenuta irrilevante dal Tribunale di Sorveglianza, ma giudicata inopportuna e irregolare dalla Procura, che ora ne chiede la revoca del regime di semilibertà.

La borsetta di Chiara Poggi: sparita dopo l’omicidio

Intanto, riemerge un dettaglio apparentemente marginale, ma potenzialmente rivelatore: la borsetta di Chiara Poggi, mai rinvenuta sulla scena del crimine e successivamente scomparsa del tutto da un’abitazione in cui si erano trasferiti i familiari. La sparizione avvenne durante un presunto furto. Un caso? O conteneva oggetti o tracce utili per le indagini? Nessuna risposta certa, ma il dettaglio getta un’ombra lunga sulla gestione delle prove.

La pista “oscura” del Santuario della Bozzola

C’è poi la pista del Santuario della Madonna della Bozzola, ricollegata al nome di Andrea Sempio, un conoscente di Chiara che anni dopo fu indicato da consulenze difensive come possibile figura sospetta. Secondo il suo legale, Massimo Lovati, Chiara avrebbe scoperto presunti abusi sessuali collegati a figure del santuario e avrebbe voluto parlarne. Una pista mai indagata a fondo, ma che i legali di Stasi tornano oggi a proporre come potenziale movente alternativo.

Garlasco, un testimone chiave inguaia Sempio: L’ho visto insieme a Chiara Poggi al Santuario, cosa facevano

L’impronta “33 dattilo”: il Dna che non parla

Un altro pezzo del puzzle è rappresentato dalla cosiddetta impronta “33 dattilo”, trovata su un frammento d’intonaco nella scala della villetta dove fu uccisa Chiara. L’impronta, attribuita informalmente ad Andrea Sempio, è stata analizzata fin dal 2007 ma senza risultati utili. Il campione di Dna è stato dichiarato “inibito”, ovvero non leggibile. Gli esami di allora non rilevarono sangue umano, e neppure con i kit più recenti è stato possibile estrarre profili genetici. Se anche residui di intonaco fossero ancora conservati, il tempo trascorso rischia di aver compromesso ogni ulteriore analisi.

Una storia ancora senza verità piena

A quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco continua a essere un giallo senza chiusura emotiva e giudiziaria definitiva. La condanna di Stasi è passata in giudicato, ma le crepe nei processi, le piste mai battute fino in fondo e i reperti non decifrati alimentano dubbi e domande. E mentre un tribunale si pronuncia sulla sua libertà, nuovi (e vecchi) elementi sembrano suggerire che il caso, almeno per l’opinione pubblica e per parte della famiglia Poggi, resti ancora aperto.

Previous Post
liana resinovich

Liliana Resinovich, il marito avrebbe fatto ritrovare il corpo per un movente economico. La scoperta choc

Next Post
bara bianca

Cosparge di benzina la figlia di 2 anni e le dà fuoco, lei urlava: "No papà no". Morto in circostanze misteriose