Il giallo di Garlasco, a diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, si arricchisce di un nuovo elemento: un presunto testimone finora mai ascoltato dagli inquirenti. Si tratta, secondo quanto emerge da un vecchio rapporto investigativo, di un anziano che avrebbe riferito di conoscere “la verità” su quanto accaduto nella villetta di via Pascoli quel tragico 13 agosto 2007.
Il testimone misterioso e il litigio sentito dai campi
Il documento in questione proviene da un’indagine difensiva disposta nel 2016 dagli avvocati di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere – nell’ambito di un’attività di pedinamento su Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima, oggi unico indagato nel nuovo filone d’inchiesta riaperto dalla Procura di Pavia.
Secondo il rapporto redatto dall’investigatore privato incaricato, un uomo anziano si sarebbe presentato il 12 gennaio 2016 nel negozio di autoricambi della famiglia Stasi, sostenendo di avere informazioni importanti e di sapere chi fosse il vero colpevole. Il contesto è quello di un’indagine non ufficiale, ma condotta con metodi professionali per tentare di acquisire nuovi elementi in favore della difesa di Stasi.
Nel corso dei sopralluoghi effettuati in zona, l’investigatore annota l’esistenza di un possibile agricoltore che all’epoca dei fatti, nell’agosto 2007, lavorava nei campi adiacenti alla casa della famiglia di Chiara Poggi. Questo soggetto, secondo le ipotesi formulate, potrebbe aver udito un litigio, o comunque una conversazione animata, tra Chiara e il suo aggressore, forse pochi istanti prima del delitto. Si tratta di un’eventualità che, se accertata, potrebbe rivelarsi significativa, non solo per la ricostruzione temporale dei fatti ma anche per l’identificazione della persona coinvolta.
Un elemento dimenticato o ignorato?
Il fatto che questo possibile testimone non risulti mai ascoltato formalmente dagli inquirenti e non compaia nei verbali ufficiali dell’inchiesta getta nuove ombre sulla completezza delle indagini. La segnalazione dell’investigatore è rimasta nei fascicoli dell’agenzia investigativa, che in seguito è stata coinvolta in un’altra inchiesta (Equalize), e non sembra essere stata valorizzata fino ad ora.
Gli atti ora riemergono nel momento in cui il nome di Andrea Sempio, già menzionato e poi archiviato in passato, torna d’attualità grazie a nuove consulenze scientifiche, impronte compatibili e tracce biologiche rivalutate con tecniche moderne. E in questo quadro, l’ipotesi che qualcuno, all’epoca, abbia realmente visto o sentito qualcosa viene riconsiderata.
Le domande ancora senza risposta
- Chi era davvero quell’anziano che si presentò nel 2016?
- Fu mai identificato formalmente?
- Esiste davvero un agricoltore che lavorava i campi vicini alla villetta dei Poggi nel 2007 e ha taciuto per tutti questi anni?
- E se sì, cosa avrebbe sentito o visto?
A queste domande potrebbero ora cercare risposta i magistrati di Pavia, che stanno esplorando ogni possibile pista alternativa rispetto alla verità processuale stabilita finora, con la condanna definitiva di Alberto Stasi. Il caso Garlasco resta una delle vicende giudiziarie più controverse e discusse degli ultimi vent’anni. E questo nuovo tassello potrebbe rimettere in discussione – ancora una volta – ciò che si credeva ormai accertato.