Il caso di Chiara Poggi torna al centro dell’attenzione mediatica grazie alla trasmissione Quarto Grado, in onda questa sera su Rete4. Al centro della puntata, i risultati preliminari dell’incidente probatorio disposto dalla Procura di Pavia, che ha riesumato alcuni reperti mai analizzati prima per fare luce su uno dei delitti più controversi degli ultimi vent’anni.
Chiara Poggi fu uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco. Per quel delitto, il fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni nel 2015. Oggi, però, una nuova pista scuote le certezze consolidate.
I nuovi indagati e i reperti dimenticati
L’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico di Chiara mai coinvolto direttamente prima, ha riaperto la scena del crimine. La Procura ha ordinato l’esame di vecchi reperti finora ignorati: due vasetti di Fruttolo, un brick di tè, una buccia di banana e un frammento insanguinato di tappetino. Oggetti recuperati dalla spazzatura della villetta e conservati per oltre 15 anni in un unico sacchetto, sollevando dubbi su possibili contaminazioni. L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha dichiarato a Quarto Grado: «Tracce di Dna nei vasetti? Ora sono più sereno, ma prima ho avuto un incubo in cui emergeva questo scenario: ero tutto sudato».
Blackout e nuovi test genetici
Un blackout nella zona della Questura di Milano ha interrotto l’esame di quattro delle 34 impronte repertate. Tra queste, particolare attenzione è rivolta alla traccia numero 10, impressa sulla porta d’ingresso, che secondo la Procura potrebbe essere stata lasciata dall’assassino senza essersi lavato le mani.
L’impronta numero 33, invece, rinvenuta sul muro accanto alla scala, è stata attribuita ad Andrea Sempio da una perizia dattiloscopica: 15 punti di corrispondenza. I periti hanno anche rilevato una possibile presenza di sangue, da verificare con ulteriori analisi.
Garlasco, Chiara uccisa da due persone: vicino al suo corpo anche l’impronta di una scarpa 36
Il “gradino 0” e la dinamica dell’omicidio
Elemento chiave nella ricostruzione della scena è il cosiddetto “gradino 0”, ovvero il primo gradino della scala interna della casa. L’assassino, secondo gli inquirenti, avrebbe trascinato il corpo di Chiara fino a quel punto senza calpestare i gradini, lasciando però un’impronta sulla parete. Una nuova scansione 3D della scena del crimine mira a stabilire se questa ricostruzione sia plausibile.
Dubbi e perplessità
Paolo Reale, cugino di Chiara e consulente informatico della parte civile, solleva dubbi sull’efficacia dei nuovi test genetici. Secondo lui, il materiale sotto le unghie di Chiara – in parte attribuito a un uomo sconosciuto e in parte a Sempio – sarebbe già stato scientificamente esaurito. Inoltre, afferma che i reperti della spazzatura non furono analizzati inizialmente per assenza di un’ipotesi investigativa, e non per negligenza.
Prossime tappe
Il 4 luglio è prevista una nuova sessione di analisi genetiche, che potrebbe confermare o escludere la presenza di Dna di terze persone. Se emergeranno nuove tracce, l’intero impianto accusatorio contro Alberto Stasi potrebbe vacillare, aprendo a scenari alternativi che rimettono in discussione 18 anni di certezze.
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