A Garlasco, diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, una nuova testimonianza getta ulteriore ombra sull’indagine che ha già visto la condanna definitiva di Alberto Stasi e ora riapre lo scenario su un altro possibile coinvolto: Andrea Sempio. Un testimone intervistato da Mattino 5 News ha dichiarato di aver visto sia la vittima che l’attuale indagato nei pressi del Santuario della Madonna della Bozzola, luogo già finito al centro delle attenzioni per presunti legami con uno scandalo sessuale.
La testimonianza e le contraddizioni
«Di Andrea sì, l’ho visto più volte qui, anche con la compagnia. Di Chiara solo di sfuggita», racconta il testimone, che riferisce di aver frequentato il Santuario nel 2007, anno dell’omicidio. La sua memoria contrasta con quanto dichiarato da Andrea Sempio, che ha sempre negato di esserci mai stato. La discrepanza potrebbe rivelarsi significativa per gli inquirenti, soprattutto se si considera il contesto in cui, secondo un altro testimone già sentito da Chi l’ha visto?, Chiara Poggi stava cercando di denunciare un presunto “giro” legato ad abusi sessuali legati a quell’ambiente religioso.
La reazione della difesa di Stasi
L’avvocato Antonio De Rensis, legale storico di Alberto Stasi, non ha esitato a definire la testimonianza «preziosa». Intervistato sempre da Mattino 5 News, ha dichiarato: «Chiederò che questa dichiarazione venga acquisita dalla Procura. L’indagato nega categoricamente la presenza al Santuario, e invece c’è un testimone che ci mette la faccia, che non si nasconde». Per la difesa di Stasi, ogni elemento che possa mettere in dubbio la sua colpevolezza o riaprire scenari alternativi è determinante, anche alla luce della nuova indagine coordinata dalla Procura di Pavia.
L’approfondimento sul profilo di Sempio
Nel frattempo, continua il lavoro degli esperti del Racis per tratteggiare un profilo accurato di Andrea Sempio, oggi 37enne, al centro delle nuove indagini. Gli investigatori hanno già raccolto materiali, appunti e scritti ritrovati nella sua abitazione di Vigevano e in quella dei suoi genitori. Tuttavia, un documento chiave risulta ancora mancante: un articolo sul delitto di Chiara, scritto da Sempio nel 2013 durante un’esercitazione scolastica al corso di comunicazione e media della Fondazione Le Vele. Un testo che potrebbe offrire spunti sulla sua conoscenza dei dettagli del delitto, e che oggi viene attivamente ricercato.
Un’inchiesta che non trova pace
Questa nuova pista legata al Santuario si intreccia con altri elementi già emersi nei mesi scorsi: l’impronta palmare “papillare 33”, il DNA sotto le unghie della vittima, e nuove consulenze che mettono in dubbio la dinamica dell’omicidio ricostruita nel processo a Stasi. L’attuale indagine, guidata dal procuratore facente funzioni Fabio Napoleone, cerca di ricomporre un puzzle complesso in cui verità giudiziaria e dubbi persistenti convivono da quasi due decenni. E mentre si riaprono le ipotesi sull’identità del vero assassino, la vicenda di Chiara Poggi continua a scuotere l’opinione pubblica e a interrogare la giustizia italiana.