Fregene (RM), 18 maggio 2025 – Continuano senza sosta le indagini sull’omicidio di Stefania Camboni, 58 anni, trovata sgozzata e colpita da almeno venti coltellate nella sua villetta a Fregene nella notte tra il 14 e il 15 maggio. Per il delitto è stata fermata la nuora, Giada Crescenzi, 30 anni, compagna del figlio della vittima, che viveva con loro nella stessa abitazione. Secondo la ricostruzione della Procura di Civitavecchia, la donna avrebbe approfittato dell’assenza del compagno, in servizio all’aeroporto di Fiumicino, per colpire a morte la suocera, durante il sonno. Il movente potrebbe essere economico o legato a una convivenza forzata ormai diventata insostenibile.
Incastrata dalle ricerche su internet
Decisive per il fermo sono state alcune ricerche effettuate da Crescenzi su Google nei giorni precedenti il delitto. Gli investigatori hanno trovato nel suo smartphone frasi come “come avvelenare una persona” e “come togliere il sangue dal materasso”. La difesa ha minimizzato: «La ricerca sull’avvelenamento riguardava piante, non persone», ha dichiarato l’avvocata Anna Maria Anselmi, mentre per il materasso si sarebbe trattato di un riferimento alle mestruazioni.
Autopsia in corso: la donna potrebbe essere stata narcotizzata
L’autopsia, avviata oggi presso l’ospedale di Roma su disposizione della Procura, conferma al momento la violenza brutale dell’aggressione. Stefania Camboni è stata colpita con almeno venti coltellate, quattro delle quali alla gola e una diretta al cuore. I medici legali stanno eseguendo anche gli esami tossicologici per verificare se la donna possa essere stata narcotizzata durante l’ultima cena, consumata in casa proprio con la nuora.
Depistaggio inscenato: la messinscena della rapina
Fin dalle prime ore dopo il ritrovamento del cadavere, i carabinieri del nucleo investigativo di Ostia hanno avuto pochi dubbi: non si è trattato di una rapina finita male, bensì di un tentativo di depistaggio. La casa era in disordine, ma nulla risultava rubato. L’auto della vittima, invece, è stata rinvenuta fuori posto, con il finestrino abbassato, parcheggiata contro una recinzione a qualche metro dalla villetta.
Il possibile movente: tensioni familiari o furto del portafoglio
Le tensioni tra le due donne erano note. Appena pochi giorni prima del delitto, Crescenzi aveva scritto su Facebook in un gruppo di annunci immobiliari, descrivendo la situazione come “critica” e chiedendo aiuto per trovare una casa, dichiarando di essere disposta a trasferirsi anche in un monolocale.
Un’altra ipotesi che si fa largo tra gli inquirenti riguarda il furto di un portafoglio, avvenuto nei giorni precedenti. All’interno, solo una cinquantina di euro, ma per la vittima potrebbe essere stato l’ennesimo episodio di rottura nei rapporti con la nuora. Secondo quanto riferito da fonti investigative, Stefania Camboni avrebbe scoperto il furto e accusato la Crescenzi, ipotesi che ora potrebbe rivelarsi decisiva per comprendere il contesto del gesto estremo.
Interrogatorio di garanzia lunedì
Giada Crescenzi si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà lunedì mattina. La giovane è accusata di omicidio aggravato, con le aggravanti di minorata difesa, convivenza familiare e preparazione del delitto con depistaggio. Dovrà rispondere anche del presunto furto del portafoglio della suocera. Le indagini continuano nel tentativo di ricostruire con precisione ogni dettaglio della notte dell’omicidio. La procura non esclude ulteriori sviluppi già nei prossimi giorni.