ร il 19 agosto 2000. Ad Andria, sotto il castello, la piccola Graziella Mansi gioca vicino al banco del nonno, che vende frutta secca. Ha otto anni, occhi scuri e viso acceso. Quel giorno fa caldo, lโaria รจ ferma. Graziella corre spesso alla fontana per bere e rinfrescarsi. Poco dopo le 19 prende una bottiglia e si allontana. Non torna piรน. Allโinizio nessuno si agita: forse ha incontrato un parente, forse si รจ fermata a parlare. Passa mezzโora, poi unโora. La famiglia inizia a cercarla. La pineta vicina diventa un labirinto di richiami disperati.
Il ritrovamento di Graziella Mansi
Cala la sera, le voci si fanno piรน forti. Intorno al bosco la tensione cresce. A notte fonda, urla strazianti rompono il silenzio: Graziella รจ stata trovata. Il suo corpo รจ ridotto in cenere e carne bruciata, poggiato su sterpi neri. ร chiaro che non si tratta di un incidente. La comunitร resta attonita. Le forze dellโordine raccolgono tracce, chiedono di tutto a chiunque fosse lรฌ. La parola โorroreโ prende forma.
I sospetti e la confessione
Nei giorni seguenti si parla di rapimento, di abuso, di fuoco. Gli inquirenti seguono ogni pista. Gli sguardi si fermano su Pasquale Tortora, ventโanni, parcheggiatore davanti alla bancarella dei Mansi. ร noto per la vita sbandata e le amicizie di strada. Alcuni dicono che guardava spesso la bimba. Dopo ore di pressing, crolla. Racconta di averla attirata con la scusa di un cucciolo. La portรฒ nel bosco, poi il fuoco la divorรฒ. Le sue parole sono fredde, quasi senza emozione.
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Il branco
Tortora non resta solo. Chiama in causa altri quattro giovani di Andria: Michele Zagaria, Giuseppe Di Bari, Domenico Margiotta e Vincenzo Coratella. Tutti tra i 18 e i 20 anni. Un branco, senza scopo nรฉ rimorso. Due di loro ammettono: โVolevamo farle paura. Le sue urla ci davano forza. Poi รจ uscita lโidea del fuoco. Ci pensavamo da giorniโ. Parlano di birra, di risate, di legna raccolta intorno. Legarono Graziella, la lasciarono avvolta dalle fiamme.
Le indagini e il processo
Il referto medico rileva segni di lesione intima, anche se i vestiti restano intatti. Resta il dubbio di un abuso o di un tentato stupro. Per la procura si tratta di sequestro, sevizie e omicidio premeditato. Le prove sono molte. Il Pm parla di โimpresa senza logica di balordiโ. I giudici rispondono con pene massime: ergastolo con isolamento per quattro imputati, trentโanni per Tortora in rito breve. In aula la tensione esplode. Le madri piangono, i parenti gridano. La mamma di Graziella perde i sensi durante la lettura.
La cittร e il lutto
Andria vive mesi di paura e rabbia. Le famiglie non si danno pace. In strada si discute di giustizia e malessere sociale. Il castello, simbolo di turismo e bellezza, diventa luogo di dolore. Una lapide appare vicino alla fontana di Castel del Monte. Un parco periferico viene intitolato a Graziella, ma resta abbandonato tra rifiuti e sterpi. La memoria scivola via, mentre la vita continua.
Anni dopo
Nel 2008, in carcere, Vincenzo Coratella si impicca con la corda di un accappatoio. Aveva detto alla madre: โLa mia vita รจ finitaโ. Gli altri restano reclusi a vita. Le famiglie dei colpevoli vivono nellโombra. La cittร prova a ricordare, ma spesso il ricordo pesa piรน del silenzio.
La sepoltura
Per ventidue anni il corpo di Graziella non ha avuto sepoltura stabile. Solo nel 2022 il Comune di Andria annuncia una cerimonia collettiva. Il 3 dicembre, in chiesa, si celebra un rito sobrio ma carico di dolore. Il sindaco Giovanna Bruno parla di โimpegno di memoriaโ. La comunitร si stringe, con lacrime e fiori, per dare pace a una bambina che non ha mai potuto crescere.
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