“Era lì davanti a me, e poi… non l’ho più visto”. Con queste parole, piene di disperazione, Dana ricorda gli ultimi istanti con suo figlio Carlo, il bambino di sei anni scomparso il pomeriggio dell’11 agosto a Cavallino-Treporti e ritrovato senza vita nella notte. Quella che doveva essere una giornata di festa, a pochi giorni dal suo compleanno, si è trasformata in un incubo senza fine.
Una gita al mare diventata tragedia
Carlo giocava a pochi passi dalla riva quando, in un attimo, è scomparso. La madre, accortasi che non riemergeva, ha lanciato l’allarme. In pochi minuti la spiaggia si è trasformata in un enorme scenario di soccorso: bagnini, Guardia Costiera, vigili del fuoco, elicotteri e unità specializzate hanno avviato le ricerche, mentre centinaia di turisti si sono uniti in una catena umana lunga decine di metri, battendo palmo a palmo il tratto di mare.
“Abbiamo sperato per tutto il giorno che Carlo non fosse in acqua”, ha raccontato Carlo Metelli, comandante dei vigili del fuoco di Venezia. Purtroppo, la speranza si è infranta alle 2:45 della notte, quando i sommozzatori hanno individuato il corpo del bambino sul fondale vicino ai frangiflutti, a circa cento metri dalla riva e due metri di profondità.
Il dolore della comunità
La notizia ha colpito non solo Cavallino, ma anche Roncade, il comune di origine della famiglia Panizzo. Il sindaco Marco Donadel ha espresso la vicinanza di tutta la comunità: “Da genitore posso solo immaginare lo strazio, il dolore e il vuoto che provano in questo momento. Abbiamo sperato con tutto il cuore in un miracolo”. In segno di lutto, Cavallino-Treporti ha sospeso eventi e cerimonie pubbliche. Intanto, sui pontili vicino al luogo della tragedia, sono comparsi biglietti e fiori: “Ciao Carlo, bellissimo angelo, riposa in pace”, “Abbracciamo la tua mamma”.
Le polemiche sui social
Accanto alla commozione, non sono mancate polemiche e giudizi contro la madre, accusata da molti utenti di negligenza. Ma in tanti hanno ricordato come bastino pochi istanti per perdere di vista un bambino in spiaggia, soprattutto in presenza di buche di risacca e correnti insidiose, invisibili a occhio nudo. “Seduta sulla spiaggia, ero convinta che fosse al sicuro. Poi… non l’ho più visto”, ha raccontato Dana, difendendosi dalle critiche e sottolineando la drammaticità di quei minuti.
L’inchiesta
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza indagati, con l’obiettivo di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Saranno le indagini a chiarire se Carlo sia stato vittima di una buca di risacca o di una corrente improvvisa che non gli ha lasciato scampo.
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