L’intensificarsi del conflitto tra Israele e Iran sta alimentando il timore, sempre più concreto, che il mondo possa scivolare verso una nuova e devastante guerra su scala globale. In questo contesto di tensioni crescenti, è tornata d’attualità una riflessione di Papa Francesco, pronunciata nel 2014 ma oggi carica di una forza che la fa sembrare una Profezia.
Durante il volo di ritorno da un viaggio pastorale in Corea del Sud, l’allora pontefice aveva parlato della presenza nel mondo di una “terza guerra mondiale a pezzi”. Un’immagine potente e drammatica, con cui denunciava la moltiplicazione di conflitti regionali, spesso ignorati o dimenticati, che spargevano sangue innocente in tante aree del pianeta. All’epoca, le sue parole furono accolte come un grido di denuncia, ma oggi – dopo la sua scomparsa avvenuta lo scorso lunedì di Pasquetta – suonano con un’eco inquietante.
La Profezia del Papa: La Terza Guerra Mondiale inizierà con una guerra a pezzi
Quella che fu definita una “guerra a pezzi” sembra oggi comporsi in un quadro più ampio, dove i tasselli del conflitto si uniscono in uno scenario che richiama drammaticamente i prodromi delle grandi guerre del Novecento. Le tensioni tra potenze nucleari, le alleanze belliche, gli attacchi incrociati, le ritorsioni e le escalation senza mediazioni: tutto sembra suggerire che il mondo stia percorrendo un sentiero estremamente pericoloso.
L’attuale crisi mediorientale, con Teheran e Tel Aviv al centro di un confronto militare sempre più diretto, si aggiunge ai numerosi fronti già aperti: dall’Ucraina al Mar Rosso, da Taiwan al Sahel africano. È in questo contesto che le parole di Papa Francesco ritornano con forza nel dibattito pubblico e nei cuori di molti, come se avessero anticipato il disordine geopolitico che oggi rischia di travolgere intere popolazioni.
Un mondo in bilico, dunque, tra la possibilità di una diplomazia che ricomponga i pezzi e l’incubo di una guerra totale. E l’appello alla pace che fu al centro del pontificato di Papa Francesco – fatto di gesti, silenzi e parole potenti – resta oggi uno dei pochi riferimenti morali in grado di unire le coscienze.