Torna al centro dell’attenzione mediatica e investigativa il giallo di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre 2021 a Trieste e ritrovata morta tre settimane dopo, il 5 gennaio 2022. La trasmissione Quarto Grado riaccende i riflettori sul caso con nuove rivelazioni che potrebbero dare una svolta significativa all’inchiesta.
Al centro della puntata, cinque hard disk contenenti migliaia di fotografie, alcuni risalenti addirittura ai primi anni Duemila, che sarebbero stati raccolti e archiviati da Sebastiano Visintin, marito di Liliana e attualmente unico indagato nell’ambito del procedimento penale con l’ipotesi di omicidio volontario.
Fotografie e interrogativi: Visintin spiava Liliana?
Secondo quanto emerso, Visintin avrebbe affidato questi supporti digitali a un amico subito dopo la scomparsa della moglie. All’interno vi sarebbero immagini che ritraggono Liliana insieme a Claudio Sterpin, il cosiddetto “amico speciale”, con cui – secondo la testimonianza dell’uomo – la donna stava progettando una nuova vita.
Alcune delle foto, secondo le anticipazioni, risalgono al 2003 e immortalano momenti privati e pubblici, come il tradizionale tuffo di Capodanno a Barcola o eventi sportivi cittadini. In diversi scatti, si vedono Sterpin e Liliana insieme. Alcune di queste immagini sarebbero state realizzate da Visintin stesso, forse in qualità di fotografo per hobby; altre potrebbero essere state ottenute in modo più discreto, insinuando il dubbio che Liliana fosse segretamente monitorata dal marito ben prima della sua scomparsa.
Questa ricostruzione metterebbe in discussione le precedenti dichiarazioni di Visintin, che ha sempre negato di essere a conoscenza del legame tra la moglie e Claudio Sterpin.
L’incidente probatorio del 23 giugno: la parola a Sterpin
In questo contesto si inserisce l’incidente probatorio previsto per lunedì 23 giugno, un passaggio chiave dell’inchiesta disposto dal gip di Trieste, Flavia Mangiante, su richiesta della pm Ilaria Iozzi. Sarà ascoltato proprio Claudio Sterpin, figura centrale in questo complesso intreccio umano e investigativo.
Sterpin, oggi 86enne, ha sempre sostenuto che la sua relazione con Liliana fosse profonda e sincera. Ha raccontato di incontri settimanali, di un affetto consolidato e di progetti comuni per un futuro insieme. In più occasioni, ha ribadito di non credere che Visintin sia il responsabile diretto della morte della donna, ma ha anche affermato che il marito «sa chi è stato» e che l’omicidio sarebbe frutto di un piano premeditato, forse messo in atto da più persone.
L’obiettivo dell’incidente probatorio è proprio quello di cristallizzare la sua testimonianza, che potrà essere utilizzata anche in un eventuale processo. Al contempo, gli inquirenti puntano a chiarire i reali rapporti tra Liliana, il marito e l’amico speciale, ma anche a indagare se ci siano altri soggetti coinvolti nella vicenda.
Una rete di relazioni ancora tutta da decifrare
Le fotografie e i contenuti digitali conservati nei cinque hard disk potrebbero offrire nuove chiavi di lettura: chiarire da quanto tempo Visintin era a conoscenza della relazione extraconiugale, se avesse sviluppato un piano di controllo o gelosia nei confronti della moglie, oppure se queste immagini possano dimostrare semplicemente la sua passione per la fotografia, come ha sempre dichiarato.
Resta però una domanda centrale: perché affidare quei dispositivi a un amico proprio nei giorni della scomparsa di Liliana? La scelta di separarvisi potrebbe indicare una volontà di nascondere qualcosa, o semplicemente la consapevolezza che quei contenuti avrebbero attirato l’attenzione degli investigatori.
Il caso Resinovich si conferma uno dei misteri più intricati degli ultimi anni. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se dalle parole di Claudio Sterpin e dai contenuti dei dispositivi elettronici emergeranno elementi in grado di spezzare il silenzio su una vicenda ancora avvolta da troppi interrogativi.
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