Era il 26 giugno 2024 quando Filippo Manni, allora ventenne, veniva intervistato dalla Rai all’indomani dell’accoltellamento di una ragazza da parte del fidanzato Giuseppe Proce, oggi condannato a quasi 10 anni. “Tutto inaspettato, un bagno di sangue… lei era fragile, lui molto vivace”, aveva detto Manni, senza sapere che, a distanza di un anno, sarebbe stato lui ad essere arrestato per un delitto altrettanto efferato: l’omicidio della madre, Teresa Sommario, 52 anni, uccisa a colpi d’ascia nella loro abitazione di Racale, in provincia di Lecce.
Il delitto è avvenuto martedì 17 giugno 2025. Oggi Filippo si trova in carcere in stato di fermo, in attesa dell’interrogatorio di convalida fissato per giovedì 19 giugno. Il giovane, studente universitario di Economia alla Sapienza di Roma, ha confessato durante un lungo interrogatorio davanti alla pm Simona Rizzo: «A un certo punto mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte per scherzo l’ho pensato e gliel’ho anche detto, e oggi l’ho fatto».
Teresa uccisa dal figlio “Perché parlava”
La dinamica dell’aggressione è agghiacciante: dopo essere stato rimproverato per essere entrato in casa senza salutare, Filippo ha preso un’ascia da parete – presumibilmente del fratello – e ha colpito la madre più volte alla testa, mentre lei lavorava in smart working al computer. Poi ha distrutto anche il pc. Alla domanda sul perché l’avesse fatto, ha risposto: «Perché parlava». Dopo il delitto, ha vagato in stato confusionale. Ai carabinieri, che lo hanno intercettato a torso nudo sulla strada per Torre Suda, ha detto di voler “andare al cimitero dalla nonna” o “fare un bagno al mare”. Nessun vero tentativo di fuga, ha precisato, solo una mente spenta, svuotata.
Filippo confessa come ha ucciso la mamma: Mi ha rimproverato per non averla salutata
La madre Teresa Sommario, impiegata da 20 anni all’ufficio acquisti della CNH Industrial di Lecce, lascia altri due figli: due gemelli prossimi a compiere 18 anni. I colleghi la ricordano come una donna generosa, sempre pronta ad abbracciare tutti ogni mattina, fiera della sua famiglia e dei figli, di cui mostrava con orgoglio le foto. «Teresa era una presenza solare, una donna che sapeva unire competenza e umanità», hanno dichiarato Maurizio Longo e Donato Congedo della Cisl.
Nel recente passato non erano emersi segnali evidenti di violenza in casa, anche se alcuni screzi erano noti: Filippo era rientrato da Roma per l’estate, voleva iscriversi a un corso di chitarra, mentre i genitori insistevano affinché portasse avanti gli studi. Una settimana prima del delitto, il ragazzo aveva rotto con un pugno il parabrezza dell’auto di famiglia, riparata poi da un carrozziere del posto: «Era tranquillo, sembrava un ragazzo normale», ha raccontato il meccanico a “Ore 14” su Rai2. Ora Filippo Manni dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato. Una tragedia familiare senza precedenti, che sconvolge Racale e lascia una comunità attonita di fronte all’ennesima, assurda, esplosione di violenza domestica.