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Svolta Caso Orlandi, nuova testimonianza dopo 42 anni: “Mi baciò e mi disse addio”. Lei sapeva tutto

Emergono alti dettagli sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovanissima scomparsa 42 anni fa a Roma. Si tratta della testimonianza di Pierluigi Magnesio, amico d’infanzia della ragazza, ha recentemente rivelato un dettaglio inedito riguardante la scomparsa della ragazza avvenuta nel 1983. In un’intervista, Magnesio ha raccontato che, circa una settimana prima della sparizione, Emanuela lo salutò in modo insolito, dicendogli “addio”. Questo episodio è stato interpretato come un possibile segnale che Emanuela fosse consapevole di un imminente allontanamento.

L’ultimo saluto a Emanuela 

Magnesio ha descritto l’episodio avvenuto intorno alle otto di sera, sotto casa di Emanuela in Vaticano, alla presenza della sorella e di due amiche. Nonostante il consueto coprifuoco familiare per la cena, Emanuela lo prese da parte, lo baciò e gli disse “addio”. Questa rivelazione ha suscitato interrogativi sul fatto che la ragazza potesse essere a conoscenza di un futuro allontanamento o coinvolgimento in eventi a lei ignoti.

Questa testimonianza sarà oggetto di discussione nella prossima seduta della commissione parlamentare d’inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, prevista per giovedì 16 gennaio. La commissione ha convocato Magnesio per approfondire le circostanze di questo saluto e valutare se possa offrire nuovi spunti nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela.

La scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei casi di cronaca più misteriosi e controversi della storia italiana, avvenuto il 22 giugno 1983. Emanuela, una ragazza di 15 anni, era cittadina vaticana e figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. Questo dettaglio ha portato il caso a intrecciarsi con il Vaticano e a diventare un enigma internazionale.

La scomparsa

Il pomeriggio del 22 giugno, Emanuela uscì di casa per frequentare una lezione di musica alla Scuola di Musica Ludovico da Victoria, vicino a Piazza Sant’Apollinare, a Roma. Prima della lezione, chiamò la sorella per dirle che un rappresentante di cosmetici le aveva offerto un lavoro come promoter. Emanuela non rientrò mai a casa quella sera.

Le prime indagini

La famiglia Orlandi segnalò la scomparsa alle autorità, ma inizialmente il caso fu trattato come una fuga volontaria. Solo successivamente si ipotizzò che la ragazza potesse essere stata vittima di un rapimento. Alcuni testimoni dissero di aver visto Emanuela parlare con un uomo vicino a una BMW scura.

Le ipotesi

Negli anni, sono state avanzate diverse teorie sulla scomparsa di Emanuela, che coinvolgono il Vaticano, la mafia e il terrorismo internazionale. Una delle prime ipotesi collegava il caso all’attentato a Papa Giovanni Paolo II del 1981, orchestrato da Mehmet Ali Ağca. Si pensò che il rapimento fosse un ricatto per ottenere la liberazione del terrorista turco Alcuni hanno suggerito che la scomparsa fosse legata agli scandali finanziari del Banco Ambrosiano e alle relazioni tra il Vaticano e la criminalità organizzata. Si ipotizzò che la Banda della Magliana, un’organizzazione criminale romana, fosse coinvolta nel rapimento per fare pressioni sul Vaticano riguardo a debiti finanziari. Alcuni testimoni e giornalisti hanno insinuato che persone all’interno del Vaticano potessero essere direttamente coinvolte nella sparizione di Emanuela.

Rivelazioni recenti

Negli ultimi anni, il caso è tornato alla ribalta grazie a nuove testimonianze e documenti. Nel 2019, furono aperte alcune tombe nel Cimitero Teutonico in Vaticano, dopo una segnalazione anonima, ma non vennero trovati resti riconducibili a Emanuela. Inoltre, la famiglia ha sempre chiesto trasparenza alle autorità vaticane, sospettando un insabbiamento.

L’importanza del caso

La scomparsa di Emanuela Orlandi è diventata un simbolo delle zone d’ombra della storia recente italiana. Il caso non è mai stato risolto, ma continua a suscitare domande sul ruolo del Vaticano, dei poteri criminali e delle dinamiche politiche dell’epoca. Una commissione parlamentare d’inchiesta è stata istituita nel 2023 per indagare ulteriormente, ma la verità rimane ancora avvolta nel mistero.

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