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Sterpin ha una idea chiara su chi ha ucciso Liliana: sono pronto a parlare e a dire tutto

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Claudio Sterpin, l’86enne amico intimo di Liliana Resinovich, non ha ancora ricevuto alcuna convocazione formale per testimoniare nell’ambito di un eventuale incidente probatorio relativo alla morte della donna, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di via Weiss. L’uomo ha raccontato a Fanpage.it di essersi temporaneamente trasferito in Slovenia per sfuggire all’assalto mediatico: «Sono fuggito da Trieste proprio per evitare l’assalto dei media. Mi trovo in Slovenia per stare un po’ tranquillo. In ogni caso, se arriverà la convocazione, risponderò all’obbligo come è giusto che sia. Sono pronto a confermare tutto ciò che ho già detto anche in sede di incidente probatorio».

La testimonianza chiave di Sterpin

Seguito dall’avvocato Giuseppe Squitieri del Foro di Roma, Sterpin potrebbe essere ascoltato proprio per “cristallizzare” la sua versione dei fatti, considerando la sua età e la rilevanza del racconto. «Il suo racconto è fondamentale per la ricostruzione del caso Resinovich, a prescindere dalla tesi accusatoria nei confronti di Sebastiano Visintin», ha spiegato il legale.

Sterpin ribadisce la propria disponibilità: «Se verrò convocato, mi presenterò a cuor leggero perché non si può non farlo. Confermerò tutto ciò che ho detto fin dall’inizio, con la certezza che la Procura sa cosa sta facendo. Non spetta a me indicare cosa debbano fare gli inquirenti».

Liliana Resinovich, La confessione: “Omicidio premeditato da più persone. Non l’ha uccisa Visintin ma sa chi è stato”

L’idea sulla morte di Liliana: «Non si è suicidata»

Sterpin ha una posizione netta sulla dinamica dell’omicidio: esclude categoricamente il suicidio. È convinto che Liliana sia stata aggredita, probabilmente pestata fino alla morte nei pressi di via Weiss, e poi trasportata nel bosco dove fu ritrovata. «Spero per Visintin che non sia stato lui l’esecutore materiale. Ma se non è stato lui, sa sicuramente chi è stato», afferma.

Secondo la sua ricostruzione, sarebbe stato impossibile per una sola persona trascinare un corpo per 60 metri: «Anche se Liliana pesava 50 chili, non è credibile che sia stata trascinata da sola. Dev’esserci stato un complice». A rendere ancora più sospetta la dinamica è, a suo avviso, lo stato del corpo: «Era perfettamente conservato. In una zona abitata da cinghiali, se fosse rimasta lì anche solo una notte, sarebbe stata sbranata. Invece è stata lasciata lì poco prima del ritrovamento».

Il valore della sua testimonianza

Sterpin aveva già riferito tutto ciò alla polizia il 15 dicembre 2021, il giorno dopo la scomparsa. «Ho sentito il dovere di raccontare tutta la nostra storia: nessuno, fino a quel momento, conosceva la nostra relazione. Ho riferito tutto in modo trasparente e ripeterò la mia versione ovunque sia necessario». A suo dire, ciò che dirà in sede di incidente probatorio sarà una «fotocopia» della prima deposizione, perché «non ho nulla da nascondere».

La Procura di Trieste, che accusa Visintin di omicidio volontario, è ora chiamata a decidere sull’ammissione di questa testimonianza in incidente probatorio, in una fase in cui ogni dettaglio può diventare decisivo nel chiarire un caso ancora denso di ombre.

 

 

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