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Terza Guerra Mondiale, dove scappare in caso di conflitto atomico? Ecco la lista dei 10 Stati più sicuri

Terza Guerra Mondiale, dove scappare in caso di conflitto atomico? Ecco la lista dei 10 Stati più sicuri

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In un mondo scosso da crescenti tensioni geopolitiche e minacce atomiche, come quelle emerse nei recenti scontri tra Israele e Iran, l’ipotesi di un conflitto nucleare globale assume contorni sempre meno remoti. Se un tempo queste paure appartenevano alla fantapolitica, oggi tornano prepotentemente alla ribalta, alimentate da crisi internazionali, armamenti avanzati e fragili equilibri diplomatici.

In questo scenario, la domanda non è più così fuori luogo: quali sono i Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare? A rispondere sono due fonti autorevoli: una ricerca pubblicata su Nature Communications e le analisi del survivalista Alex Rejba, esperto in pianificazione d’emergenza. Secondo entrambi, la sicurezza non dipende solo dalla lontananza geografica dai potenziali bersagli, ma anche dalla stabilità politica, capacità di autosufficienza e presenza di infrastrutture protettive.

I 10 Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare:

  1. Nuova Zelanda – Isolata, autosufficiente dal punto di vista alimentare e priva di alleanze militari strategiche. È considerata il rifugio per eccellenza.
  2. Australia – Anche se più coinvolta nei rapporti geopolitici occidentali, l’entroterra vasto e poco popolato la rende una zona rifugio.
  3. Islanda – Neutrale, remota, con un’economia autosufficiente basata sull’energia geotermica.
  4. Argentina – In particolare le regioni interne: ben lontane da teatri di guerra e ricche di risorse naturali.
  5. Cile – La sua morfologia e l’isolamento geografico lo rendono un candidato sicuro.
  6. Norvegia – Pur essendo in Europa, è dotata di un sofisticato sistema di rifugi e protezioni civili.
  7. Svizzera – È uno dei Paesi meglio preparati, con bunker sufficienti per tutta la popolazione.
  8. Irlanda – Poco coinvolta in conflitti globali, geograficamente defilata, ma non completamente autosufficiente.
  9. Bhutan – Protetto dalle catene montuose e distante dai grandi interessi strategici mondiali.
  10. Canada (regioni settentrionali) – Vasti territori abitabili ma remoti, ideali per ridurre al minimo l’esposizione a fallout nucleari.

Criteri usati per determinare la sicurezza

I parametri principali presi in esame da Nature Communications e da Rejba sono:

  • isolamento geografico;
  • assenza di basi militari straniere;
  • capacità agricola e idrica;
  • neutralità politica;
  • resilienza climatica e infrastrutturale.

La Nuova Zelanda è emersa come la migliore combinazione di tutti questi elementi: è autonoma, protetta dall’oceano Pacifico e priva di nemici esterni dichiarati.

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Nessun posto è del tutto sicuro

Va però sottolineato che nessun Paese può dirsi del tutto immune agli effetti di una guerra nucleare, specie in relazione al fallout radioattivo che può estendersi anche a migliaia di chilometri dai punti d’impatto. Tuttavia, vivere in zone remote, con accesso a risorse e protezione civile, può significare la differenza tra sopravvivere o meno a un disastro di tale portata.

In definitiva, prepararsi oggi – almeno mentalmente – a questa evenienza, vuol dire valutare i rischi con razionalità, senza allarmismi inutili, ma con la consapevolezza che il mondo in cui viviamo è cambiato. E la prudenza, mai come ora, può essere una forma di saggezza.

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