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Delitto di Garlasco, Chi è Marco Panzarasa l’amico di Alberto Stasi convocato per il test del DNA e perché

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Delitto di Garlasco (Pavia), maggio 2025 – A 18 anni dal brutale omicidio di Chiara Poggi, gli inquirenti tornano a scandagliare ogni dettaglio alla ricerca della verità. Al centro del nuovo incidente probatorio disposto dalla Procura di Pavia, vi sono analisi genetiche su reperti mai completamente esaminati all’epoca dei fatti. Tra le persone chiamate a fornire un campione di DNA compare anche il nome di Marco Panzarasa, oggi 42enne, avvocato penalista e amico storico di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione.

Perché Marco Panzarasa è stato inserito nell’elenco

A chiarire le ragioni dell’inclusione di Panzarasa nel campione da analizzare è Gian Luigi Tizzoni, legale dei genitori della vittima, Giuseppe e Rita Poggi. L’avvocato ha spiegato a Fanpage.it che la decisione deriva dalla possibilità di trasferimento di DNA tramite contatto con oggetti usati da Chiara, in particolare il computer portatile di Alberto Stasi, uno degli ultimi dispositivi utilizzati dalla giovane la sera prima dell’omicidio. “Essendo stata accertata una frequentazione del computer da parte di Panzarasa, è stato deciso di acquisire il suo DNA per escludere eventuali contaminazioni che potrebbero derivare da quel tipo di contatto”, ha dichiarato Tizzoni.

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I campioni genetici richiesti

Oltre a Marco Panzarasa, sono stati convocati anche:

  • Mattia Capra e Roberto Freddi, amici del fratello di Chiara, Marco Poggi, già oggetto di perquisizione;
  • Altri amici del giro storico di Garlasco, vicini ad Andrea Sempio (ora indagato);
  • Tre carabinieri e alcuni soccorritori intervenuti il 13 agosto 2007.

Lo scopo è confrontare queste tracce con due frammenti parziali di DNA maschile, appartenenti alla linea paterna (cromosoma Y), rinvenuti sotto le unghie di Chiara Poggi. Le nuove analisi saranno su base volontaria, ma in caso di rifiuto si potrà procedere con modalità coattiva, come previsto dalla legge.

Cosa succede con le gemelle Cappa

Per quanto riguarda Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi mai indagate, non è stato richiesto il DNA. Gli inquirenti puntano invece su un confronto delle impronte digitali, soprattutto in relazione a superfici mai analizzate al tempo, tra cui una confezione di Fruttolo, un pacco di biscotti e una bottiglia di tè trovati in cucina.

Chi è Marco Panzarasa

Nato nel 1982, Marco Panzarasa è oggi un avvocato penalista iscritto al foro di Pavia, specializzato in reati contro la Pubblica Amministrazione e diritto ambientale. Fa parte del direttivo di un’associazione forense. Ma nel 2007 era ancora un giovane laureando, legato ad Alberto Stasi da un’amicizia nata ai tempi del liceo Omodeo di Mortara. Diplomati insieme, i due avevano intrapreso percorsi universitari differenti – Giurisprudenza e Bocconi – mantenendo però un contatto quotidiano, “anche 10-15 volte al giorno”, secondo quanto emerse già nelle prime indagini.

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Dove si trovava il giorno del delitto

Nel luglio 2007, poche settimane prima dell’omicidio, Panzarasa e Stasi si erano recati a Londra per un soggiorno di studio, raggiunti anche da Chiara Poggi. Il giorno dell’omicidio, Panzarasa era in Liguria, ma tornò a Garlasco in giornata. Fu ascoltato la sera stessa dai carabinieri e successivamente, dopo una vacanza in Spagna, in un interrogatorio durato circa cinque ore. Non è mai stato indagato. Tuttavia, la sua presenza attorno al contesto e l’uso condiviso di oggetti personali di Stasi lo rendono oggi una figura utile per escludere fonti esterne nella comparazione genetica.

Le nuove attività disposte dalla Procura si inseriscono nell’ambito di una riesamina a tappeto dei reperti fisici ancora disponibili, con l’obiettivo di verificare ogni possibile contaminazione, esclusione o nuova compatibilità genetica. Gli inquirenti puntano anche a dare una risposta a quegli elementi mai chiariti nel corso del processo a Stasi, come la presenza di DNA maschile non attribuito e alcuni reperti mai analizzati con tecniche moderne.

In questo contesto, la posizione di Marco Panzarasa non è al centro di sospetti, ma rientra in una più ampia operazione di trasparenza investigativa, destinata a scandagliare ogni ombra rimasta aperta nel caso Chiara Poggi.

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