Bassano del Grappa (Vicenza) – Un episodio di inquietante gravità scuote la comunità scolastica e accende i riflettori sull’urgenza di un’educazione profonda al rispetto della vita umana e alla parità di genere. In una chat tra studenti, è apparso un sondaggio aberrante: “Chi meritava di più essere uccisa?”, corredato dai nomi di tre donne vittime di femminicidio: Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin.
Lo screenshot del sondaggio è stato diffuso sui social dall’associazione Women for Freedom, impegnata nella lotta contro la violenza di genere. Il post è accompagnato da un commento sdegnato: “È difficile perfino scriverlo. Non è una bravata, né una battuta. È una mancanza totale di empatia ed è lo specchio della nostra società. Ogni volta che perdoniamo in silenzio stiamo legittimando comportamenti simili”. L’associazione ha precisato di non conoscere l’identità dello studente né l’istituto coinvolto, ma ha sottolineato che a dover intervenire ora sono le scuole, le classi, le famiglie. “Siamo disponibili – scrivono – a un confronto con la scuola, pur garantendo l’anonimato”.
Il ministro Valditara: “Grave insensibilità, la scuola intervenga”
Non si è fatta attendere la reazione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha definito l’episodio “di grande amarezza”, commentando: “Dimostra un alto grado di immaturità e insensibilità. La scuola saprà prendere i provvedimenti opportuni”.
Il Moige: “Specchio di una società senza empatia”
Dura anche la posizione del Movimento italiano genitori (Moige). Il direttore generale, Antonio Affinita, ha parlato di un “triste specchio di una società senza empatia e rispetto per la vita umana” e ha lanciato un appello: “Serve ripensare i programmi scolastici, rafforzare l’educazione alla parità e al rispetto e promuovere dialoghi autentici tra generazioni. Gli educatori devono trasmettere il valore inviolabile della dignità umana”.
Le scuse dell’autore: “Sono mortificato”
Nel pomeriggio è arrivato anche un messaggio di scuse da parte dell’autore del sondaggio. In un breve testo riportato dalle agenzie di stampa, il giovane – la cui identità resta protetta – ha scritto: “Sono mortificato e mi scuso con tutti”. Non è chiaro se il messaggio sia spontaneo o frutto di un confronto già avviato all’interno dell’istituto coinvolto, ma la vicenda ha già sollevato una profonda riflessione pubblica.
Un episodio che chiama tutti alla responsabilità
Al di là delle responsabilità individuali, il caso solleva interrogativi profondi sulla cultura in cui si formano le coscienze degli adolescenti, sull’efficacia dell’educazione affettiva e civica e sull’urgenza di interventi concreti e duraturi contro la banalizzazione della violenza. Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin non sono solo nomi. Sono vite spezzate, simbolo di un problema sistemico. Trattarle come opzioni di un sondaggio equivale a oltraggiare la memoria di chi non può più difendersi e ferire nuovamente le loro famiglie e chi combatte quotidianamente per un mondo più giusto.