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Ultimissime Garlasco, L’ossessione di Sempio per Stasi e quei video intimi di Chiara nascosti nel pc

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Ecco l’articolo riscritto in forma giornalistica, con una struttura chiara e articolata in paragrafi, mantenendo e approfondendo tutte le informazioni principali:

Garlasco, 18 anni dopo: Andrea Sempio nel mirino, l’ombra lunga sull’alibi e le nuove prove

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, il caso che ha sconvolto l’Italia torna a scuotere opinione pubblica e magistratura. Con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, nuove evidenze scientifiche e investigazioni mettono in dubbio la solidità della condanna definitiva inflitta ad Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara.

Sempio, tra ossessioni e frasi inquietanti

I riflettori tornano su Andrea Sempio non solo per le tracce biologiche che potrebbero legarlo alla scena del crimine, ma anche per il profilo psicologico che emerge dalle indagini. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, Sempio avrebbe manifestato nel tempo un’ossessione per Stasi, documentata dai suoi post social pubblicati in coincidenza con le tappe giudiziarie più importanti del caso: l’appello del 2014 e la Cassazione del 2015.

Non solo: all’interno della sua abitazione, i carabinieri del RACIS hanno rinvenuto diari, quaderni e appunti scritti a mano, alcuni con contenuti fortemente allarmanti. In particolare, una frase ha colpito gli investigatori: «Ho fatto cose così brutte che nessuno può neanche immaginare». Il materiale è oggi al vaglio degli esperti per ricostruire il profilo psicologico dell’indagato. Curiosamente, nessun documento trovato in casa risale al periodo della prima inchiesta, come se Sempio avesse cancellato volontariamente le tracce del suo passato.

Dubbi sull’alibi: lo scontrino e il messaggio alla madre

Uno dei cardini della precedente archiviazione di Sempio era costituito dal presunto alibi del parcheggio: uno scontrino di sosta a Vigevano, datato 13 agosto 2007, ore 10:18. Tuttavia, si trattava di uno scontrino anonimo, privo della targa del veicolo. Gli ultimi sviluppi sembrano indebolire ulteriormente questa versione: dalle analisi delle celle telefoniche è emerso che la madre di Sempio inviò un messaggio, proprio in quella mattina, a un vigile del fuoco in servizio a Vigevano.

Gli inquirenti ipotizzano che fosse stata proprio lei, e non il figlio, a trovarsi nel parcheggio, sollevando dubbi sulla veridicità dell’alibi. A complicare ulteriormente il quadro, la madre dell’indagato avrebbe avuto un malore durante un interrogatorio proprio quando venne fatto il nome del pompiere, un dettaglio che ha destato sospetti tra gli inquirenti.

ULTIM’ORA Garlasco: Trovata una impronta di Andrea Sempio vicino al corpo di Chiara. Era lì quando è stata uccisa

Le impronte: la numero 33 e quella “della mano sporca”

Uno degli elementi più concreti emersi recentemente è l’impronta numero 33, rinvenuta sul muro delle scale che conducono al seminterrato, dove fu trovato il cadavere di Chiara. Gli ultimi esami, condotti da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, attribuirebbero questa traccia palmare ad Andrea Sempio. Un dettaglio mai considerato in precedenza, poiché nel 2007 fu ritenuta non utile dagli esperti del RIS di Parma e rimossa con un bisturi sterile.

Un’altra traccia, la cosiddetta “impronta numero 10”, trovata sulla porta d’ingresso, potrebbe rivelarsi altrettanto importante. Gli investigatori la definiscono oggi “di possibile interesse biologico”, perché lasciata da una “mano sporca”. Anche in questo caso, però, non fu effettuata alcuna analisi per rilevare l’eventuale presenza di sangue. Ora, grazie a nuove tecnologie, gli inquirenti sperano di poter esaminare la traccia attraverso analisi sulle superfici adesive utilizzate all’epoca per il prelievo.

Il mistero dei video privati e il ruolo di Chiara

Nel corso dell’ultimo incidente probatorio, Stasi è stato interrogato anche sulla presenza di video privati girati con Chiara Poggi, alcuni dei quali a contenuto intimo. La Procura ha chiesto spiegazioni sui supporti di archiviazione e sulle modalità di scambio. L’origine del sospetto risale al 2007, quando Marco Poggi, il fratello della vittima, avrebbe trovato per caso questi video sul computer della sorella, senza mai guardarli né parlarne con altri. Gli inquirenti stanno valutando se la gestione di questi file possa aver avuto implicazioni nel movente dell’omicidio o nei rapporti tra Chiara e chi frequentava la casa.

Uno scenario da riscrivere

La riapertura dell’inchiesta si basa anche su una relazione del 2020 dei carabinieri, inviata all’allora procuratore aggiunto Mario Venditti, che segnalava tredici pagine di criticità nella ricostruzione ufficiale che ha condotto alla condanna di Stasi. All’epoca non si andò oltre, ma oggi, con nuove prove e tecnologie più sofisticate, quei rilievi assumono un peso diverso.

Andrea Sempio, nel frattempo, continua a dichiararsi innocente. In un’intervista a “Chi l’ha visto?”, ha affermato: «In quella casa ci sono stato tante volte. Ho toccato di tutto, tranne che nella stanza dei genitori. Non mi stupirei se avessero trovato una mia impronta». Ma oggi quella impronta non è più una banale coincidenza: è un elemento investigativo che, insieme a una serie di nuovi dettagli, potrebbe riscrivere radicalmente la verità giudiziaria su uno dei delitti più controversi degli ultimi vent’anni.

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