Per la rubrica Casi Irrisolti, oggi vi proponiamo gli amanti di Gradoli. Nel cuore dell’Alta Tuscia, nella tranquilla Gradoli in provincia di Viterbo, il tempo si è fermato al 30 maggio 2009. Quel sabato, Tatiana Ceoban, 36 anni, e sua figlia Elena, 13, svaniscono nel nulla. Nella villetta di via delle Cannicelle, dove vivevano con Paolo Esposito — compagno di Tatiana e padre della figlia minore Erika — rimane solo un silenzio inquietante.
Una scomparsa inizialmente spiegata come volontaria: Paolo Esposito racconta agli inquirenti che Tatiana potrebbe essere tornata in Moldavia con Elena, dopo alcuni dissapori. Una spiegazione che suona stonata agli investigatori, sin da subito. La casa è troppo ordinata, i telefoni spenti, oggetti personali lasciati indietro. E poi c’è Erika, la bambina di sei anni, che quel giorno era con i nonni paterni.
Le tracce del sangue e il sospetto
I primi rilievi tecnici smontano la tesi dell’allontanamento. I RIS trovano tracce di sangue di Tatiana in cucina, dietro un battiscopa, sulla soglia di una porta. Di Elena, invece, nessuna traccia. L’ipotesi del delitto familiare prende forma.
Emerge un dettaglio sconcertante: nella stessa casa viveva anche Ala Ceoban, sorella minore di Tatiana. Durante le perquisizioni, viene rinvenuto un video sessualmente esplicito tra Ala e Paolo Esposito. Un triangolo pericoloso, un contesto familiare sempre più torbido. Forse Tatiana aveva scoperto la relazione e minacciato di andarsene davvero, portando con sé Elena. Forse quella decisione non era accettabile.
L’arresto e il processo
Il 1° luglio 2009, Paolo Esposito viene arrestato per duplice omicidio e occultamento di cadavere. Ala Ceoban viene fermata pochi giorni dopo per favoreggiamento. Nonostante l’assenza dei corpi, le prove indiziarie raccolte bastano per il processo.
Nel maggio 2011 arriva la condanna: ergastolo per Paolo Esposito. Ala viene condannata a otto anni in appello, per aver aiutato a nascondere le tracce dei delitti. La Cassazione confermerà la sentenza definitiva per Esposito nel 2014.
Erika: l’unica sopravvissuta
In questo dramma resta una vittima silenziosa: Erika, la figlia più piccola di Paolo e Tatiana. Rimasta sola, viene affidata a una nuova famiglia a Bologna. La sua infanzia si interrompe bruscamente, cancellata da una tragedia familiare che non lascia spazio nemmeno per un addio. Tatiana ed Elena non sono mai state ritrovate. Non hanno avuto una sepoltura, né una lapide.
Una ferita mai rimarginata
A distanza di oltre 15 anni, il caso Gradoli è ancora una ferita aperta. Il silenzio sui corpi, l’assenza di un funerale, la condanna senza una verità pienamente visibile. Una madre e una figlia svanite, forse cancellate per sempre. Un uomo dietro le sbarre, una complice libera dopo otto anni. E una comunità ancora scossa, che si chiede come sia stato possibile.
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