La sua difesa, rappresentata dall’avvocata Federica Tosel, aveva chiesto l’applicazione della legge entrata in vigore nell’aprile scorso, che prevede modalità di detenzione alternative per le madri di bambini molto piccoli. Grazie a questa misura, Mailyn potrà occuparsi direttamente della sua bambina, attualmente affidata ai Servizi sociali.
Lorena Venier resta in carcere: le accuse
Il giudice ha invece disposto la custodia cautelare in carcere per Lorena Venier, madre della vittima, attualmente rinchiusa nel penitenziario di Trieste. Secondo quanto emerso dagli atti dell’inchiesta, le due donne avrebbero agito insieme per portare a termine un piano omicida: Mailyn sarebbe stata l’istigatrice, mentre Lorena l’esecutrice materiale.
Alla base dell’accusa, formulata dalla Procura di Udine, ci sono le dichiarazioni rese dalla stessa Lorena durante l’interrogatorio, che hanno portato a contestare l’omicidio pluriaggravato. Tra le aggravanti figurano il rapporto familiare con la vittima, la premeditazione e l’aver commesso il delitto alla presenza della minore.
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Il movente: un viaggio in Colombia per sfuggire a una condanna
Emergono nuovi dettagli anche sul contesto che avrebbe spinto Alessandro Venier a organizzare un viaggio improvviso verso la Colombia. Secondo fonti investigative, l’uomo stava per essere colpito da una condanna ormai prossima all’esecutività, che gli avrebbe impedito di lasciare l’Italia. Per questo motivo, avrebbe deciso di affrettare la partenza, pianificando di portare con sé la compagna e la figlia.
Il reato principale per il quale era stato condannato riguardava lesioni personali gravi, ma nel tempo Venier aveva accumulato anche numerose denunce per reati minori, come la coltivazione di sostanze illecite e attività illegale di recupero di ordigni bellici. Non mancano episodi controversi anche nel suo passato giovanile: tra le accuse, figurano il procurato allarme, minacce, maltrattamenti di animali, atti di esibizionismo e un’aggressione a un ex collega.
Un profilo controverso e un tragico epilogo
Il profilo della vittima si fa quindi più complesso. Dietro l’immagine di un uomo apparentemente tranquillo e appassionato di reperti storici, emerge una persona dal vissuto burrascoso, segnato da comportamenti violenti e irregolari. Alcuni video che lo ritraggono in atteggiamenti discutibili sono riemersi in rete, raccogliendo migliaia di visualizzazioni e suscitando clamore. Mentre le due donne attendono nuovi interrogatori, la magistratura continua a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, in un caso che ha profondamente colpito la comunità di Gemona del Friuli e che rimane tuttora avvolto da interrogativi e sfumature ancora da chiarire.
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