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Bergamo, Orrore all’asilo, due bimbi prendono fuoco per un gioco, altri tre feriti. A processo maestra ed educatrice

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A tre anni dalla tragedia avvenuta nell’asilo di Osio Sopra, in provincia di Bergamo, il percorso giudiziario per fare luce sulle responsabilità è ancora in stallo. Mercoledì 11 giugno 2025, l’udienza che vede imputate una maestra e una coordinatrice didattico-pedagogica per il gravissimo incidente accaduto nel maggio del 2022 è stata nuovamente rinviata, alimentando la frustrazione e il dolore delle famiglie coinvolte.

L’incidente: una fiammata tra i bambini

Era il 30 maggio 2022 quando, durante un’attività all’aperto nella scuola materna del quartiere San Zeno, un braciere alimentato con bioetanolo esplose improvvisamente, investendo cinque bambini, tra cui due riportarono ustioni gravissime. Stavano aspettando di arrostire dei marshmallow, un gioco divenuto dramma nel giro di pochi secondi. Un padre, presente quel giorno e responsabile dell’accensione del braciere, è stato già condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Ma ora la giustizia sta esaminando il possibile ruolo di chi doveva vigilare e garantire la sicurezza dei piccoli: un’insegnante e la coordinatrice della struttura.

Genitori in aula: “I nostri figli hanno sofferto tre anni”

In tribunale erano presenti le famiglie dei due bambini più colpiti. Oggi, quei bimbi frequentano la prima e la seconda elementare, ma portano ancora i segni – fisici e psicologici – di quella giornata. Le madri e i padri hanno parlato con i cronisti de Il Corriere della Sera, esprimendo amarezza per l’ennesimo stop. “Sono passati tre anni, i nostri figli hanno sofferto e noi abbiamo sofferto con loro. Speravamo che qualcosa si smuovesse, invece è ancora tutto bloccato”, hanno dichiarato.

Il procedimento si trova ancora nella fase predibattimentale. La prima giudice si era astenuta, in quanto aveva già espresso un giudizio sulla posizione delle imputate durante la stesura della sentenza contro l’uomo condannato. Ieri, la nuova giudice ha disposto un rinvio al 18 giugno, a causa dell’incompletezza del fascicolo, in cui manca ancora l’atto di sequestro del giardino dell’asilo. Proprio ieri è stato disposto il dissequestro, su richiesta della difesa e con parere favorevole della PM Silvia Marchina, dato che non servono ulteriori accertamenti.

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Bambini segnati a vita

Le conseguenze per i due piccoli sono gravi e permanenti. La bambina, che oggi frequenta la prima elementare, deve recarsi periodicamente in ospedale: “Ogni mese e mezzo o due affronta trattamenti laser al volto. Le devono ricostruire il mento. Ha cicatrici anche sulle gambe e sul corpo”, ha raccontato la madre. Il bambino, invece, viene curato due volte all’anno in Francia, dove segue un percorso specialistico per cicatrici molto spesse. A differenza della bambina, ricorda tutto: la paura, il dolore, il fuoco. Segue oggi un percorso psicologico per elaborare il trauma.

Le attese della giustizia

Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 18 giugno. Le famiglie chiedono che si faccia finalmente chiarezza, che si accertino tutte le responsabilità, e che il dolore dei loro figli – e il loro – non resti senza risposta. “Abbiamo il diritto di sapere chi doveva vigilare, chi doveva evitare che accadesse una cosa del genere. E abbiamo il diritto che la giustizia faccia il suo corso, senza altri rinvii”, dicono. Una vicenda che mette in discussione sicurezza, sorveglianza e formazione nelle scuole dell’infanzia, e che richiama tutti – istituzioni, educatori, genitori – a una riflessione urgente: nessun gioco, nessuna leggerezza, può giustificare un rischio così grande per dei bambini.

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