Lodi, collaboratore scolastico assenteista per 10 anni: condannato a restituire oltre 115mila euro per falsi certificati medici
Per dieci anni avrebbe percepito regolarmente lo stipendio da collaboratore scolastico, presentando falsi certificati medici e simulando gravi patologie che gli avrebbero impedito di lavorare. Ma le malattie, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza e dalla Corte dei Conti, non erano mai state diagnosticate da nessun medico. È così che un 49enne residente a Cornegliano Laudense, nel Lodigiano, originario di Taurianova (Reggio Calabria), è finito al centro di una vicenda giudiziaria pesantissima che unisce frode ai danni dello Stato e manipolazione di atti sanitari.
Una truffa lunga un decennio: finti certificati e visite mai effettuate
Le indagini sono scattate dopo una segnalazione interna. I militari della Guardia di Finanza, attraverso un’attenta analisi documentale e incrociando i dati con varie aziende sanitarie di Lombardia e Calabria, hanno scoperto che molti dei certificati medici presentati dall’uomo erano totalmente falsi. Numerosi medici i cui nomi comparivano nei documenti hanno negato di aver mai visitato il collaboratore scolastico. Alcuni certificati risultavano contraffatti, altri mai rilasciati. Le assenze, però, continuavano ad essere giustificate formalmente, consentendo all’uomo di percepire lo stipendio pieno anche in periodi di prolungata e ingiustificata inattività.
A confermare l’assenza prolungata è stata anche la scuola media “Cazzulani” di Lodi, presso cui il 49enne era formalmente impiegato. Dal 2013 al 2023 — quindi per un intero decennio — il collaboratore risulta essere stato sistematicamente assente, pur risultando in regola agli occhi della contabilità scolastica.
Non solo assenteismo: anche i documenti per l’invalidità erano falsi
Ma la truffa non si sarebbe limitata ai certificati di malattia. Gli investigatori hanno scoperto che l’uomo avrebbe anche manipolato i referti sanitari presentati per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile. In alcuni casi, i documenti erano alterati rispetto agli originali, in altri erano interamente creati ad hoc, con la finalità di simulare patologie invalidanti mai diagnosticate. Un’ulteriore aggravante che ha convinto la Corte dei Conti della Lombardia a condannarlo alla restituzione di 115.711 euro per danno erariale.
Secondo i giudici contabili, la sua condotta non solo ha rappresentato una frode sistematica, ma ha anche violato gravemente il vincolo fiduciario con la pubblica amministrazione, sfruttando strumenti di tutela sociale pensati per i lavoratori realmente malati.
Procedimenti penali e arresti domiciliari
Parallelamente al procedimento della Corte dei Conti, si è aperto anche un fascicolo penale. L’uomo è attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa dell’esito del processo penale che potrebbe portare a ulteriori sanzioni. Le ipotesi di reato vanno dal falso ideologico e materiale alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
Gli inquirenti non escludono che vi possano essere altri casi analoghi e stanno esaminando se altri certificati falsi siano stati prodotti anche per ottenere benefici collaterali come esenzioni sanitarie, punteggio di servizio o permessi speciali.
Controlli e riflessioni sul sistema pubblico
Il caso ha riacceso il dibattito sull’efficienza dei controlli nel settore pubblico, in particolare sul sistema di gestione delle assenze per malattia. Le autorità giudiziarie sottolineano l’urgenza di rafforzare i sistemi di verifica dei certificati medici, per evitare che episodi come questo si ripetano e compromettano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Una truffa del genere, oltre al danno economico, colpisce anche l’immagine della scuola pubblica e penalizza chi lavora onestamente.