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Fregene, Stefania uccisa nel sonno con 15 coltellate. Arrestata nella notte la nuora. Scriveva: “Dormiamo anche a terra”

Una tragedia familiare si è trasformata in un caso di omicidio volontario, maturato tra le mura domestiche e avvolto da un apparente tentativo di depistaggio. È stata fermata nella tarda serata di giovedì 15 maggio Giada Crescenzi, 31 anni, accusata di aver ucciso Stefania Camboni, 58 anni, madre del suo compagno. L’arresto è arrivato al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Ostia, su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia.

La donna è stata accoltellata nel sonno nella villetta di via Archimede a Fregene, località balneare sul litorale romano, dove conviveva con il figlio Francesco Violoni e la fidanzata Giada. Proprio quest’ultima, unica presente in casa al momento dell’omicidio, è oggi la principale indiziata.

Il delitto nella notte e il corpo ritrovato al mattino

L’omicidio sarebbe avvenuto tra la notte di mercoledì e le prime ore di giovedì, mentre Francesco lavorava di turno all’aeroporto di Fiumicino. Nella casa, una porzione di villetta bifamiliare, c’erano soltanto Stefania Camboni e la nuora.

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Il corpo della vittima è stato ritrovato la mattina del 16 maggio, riverso a terra in camera da letto, coperto da un lenzuolo e con il volto nascosto sotto dei cuscini. Il cadavere era in un bagno di sangue. Secondo i primi rilievi, la donna sarebbe stata colpita almeno 15 volte con un coltello, la maggior parte dei colpi al torace e uno particolarmente profondo alla gola. Gli inquirenti stanno verificando anche l’ipotesi che la vittima possa essere stata soffocata.

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Il tentativo di depistaggio: la falsa rapina

Subito dopo il ritrovamento, Giada Crescenzi ha riferito di aver dormito profondamente, usando tappi per le orecchie e assumendo un sonnifero, e di non essersi accorta di nulla. Ma la versione non ha convinto gli investigatori.

Gli indizi emersi sulla scena parlano chiaro: nessun segno di effrazione, auto della vittima con il finestrino abbassato, portafoglio trovato a terra, e disordine all’interno dell’abitazione. Ma nessun oggetto di valore risultava mancante. Tutti elementi che, secondo la Procura, configurano un tentativo di simulare una rapina finita in tragedia.

Nel pomeriggio di giovedì, i carabinieri del RIS hanno analizzato accuratamente la villetta, le due auto presenti (compresa una Dacia parcheggiata poco distante) e ogni dettaglio che potesse portare all’individuazione dell’arma del delitto.

Un messaggio premonitore sui social

Un altro elemento che ha colpito gli inquirenti è un messaggio criptico pubblicato da Stefania Camboni su Instagram poche ore prima dell’omicidio. Scriveva: “Quando cercate di ferirmi, ricordatevi che ho visto chiudere una bara con la persona più importante della mia vita.” Una frase carica di dolore e rancore, che molti legano alla perdita del marito Giorgio Violoni, ex calciatore locale, morto nel 2020. Secondo le amiche, Stefania non si era mai del tutto ripresa da quella perdita.

La pista economica: liti e tensioni familiari

Il movente dell’omicidio potrebbe nascondersi nei rapporti familiari deteriorati e nei problemi economici. La 31enne Giada Crescenzi viveva da circa un mese nella casa della suocera con il compagno. Dai social emergono segnali di disagio: poco più di una settimana fa, la donna scriveva in un gruppo Facebook locale: “Stiamo in una situazione critica! Vi prego! Dormiamo pure per terra, non ci interessa nulla.” Gli investigatori vogliono capire se tensioni legate all’eredità o alla convivenza forzata possano aver esasperato i rapporti tra le due donne. A tal fine sono stati ascoltati il figlio Francesco e la sorella della vittima, Francesca Camboni.

In attesa dell’autopsia

L’autopsia, disposta dalla Procura di Civitavecchia, sarà determinante per chiarire la dinamica esatta dell’omicidio. Solo con l’analisi medico-legale si potrà stabilire con certezza la causa del decesso, verificare l’eventuale uso di sedativi o la presenza di segni di soffocamento e ricostruire con precisione l’orario dell’aggressione. Nel frattempo, Giada Crescenzi si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato e simulazione di reato. Le prossime ore saranno decisive per la convalida del provvedimento e l’eventuale custodia cautelare in carcere.

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