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Garlasco, c’è sangue nell’impronta. Chiara uccisa da un uomo, ma c’era anche una donna ad assistere

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Il caso Garlasco, a quasi 17 anni dal delitto di Chiara Poggi, torna prepotentemente d’attualità grazie a nuove indagini e a un incidente probatorio fissato per il 17 giugno 2025, che potrebbe riscrivere del tutto la dinamica dell’omicidio e rimettere in discussione la condanna definitiva di Alberto Stasi.

Le nuove indagini: un omicidio in concorso?

La procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ritiene ora che Chiara Poggi non sia stata uccisa da sola da un unico autore, ma che almeno tre persone si trovassero in casa al momento dell’omicidio, avvenuto il 13 agosto 2007. Tra queste, Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima, il cui DNA è stato rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Questo elemento, ignorato nelle indagini originarie, è ora centrale. Il nuovo procedimento mira a verificare la presenza di soggetti alternativi o concorrenti, attraverso:

  • 35 nuove analisi su impronte digitali
  • Esami sul sacchetto della spazzatura
  • Test sul tappetino insanguinato del bagno
  • Verifiche sul cucchiaino rinvenuto sul divano
  • Esame dell’impronta n. 33, compatibile con una mano sporca di sangue

Il DNA e le impronte: cosa si cerca

I periti dovranno stabilire:

  • Se il DNA sotto le unghie di Chiara (appartenente a Sempio) si possa collegare in modo diretto all’omicidio
  • Se ci sia DNA di altre persone tra amici e conoscenti del nucleo sociale della vittima (Biasibetti, Capra, Panzarasa, gemelle Cappa, soccorritori)
  • Se l’impronta 33 contenga tracce ematiche o sudore mescolato a sangue, anche se il campione originale è sparito

La “bolla di sapone” di Stasi

L’avvocata Giada Boccellari, che difende Stasi, parla di un cliente che vive “in una bolla”, isolato dai media. Secondo lei, già nel 2007 fu ipotizzata una dinamica a più mani. A oggi, la difesa insiste che ci siano molti elementi mai approfonditi, tra cui proprio l’impronta 33 e DNA ignoti su scena e corpo.

Garlasco, l’amico suicida di Sempio e quel messaggio prima di morire: “Lui voleva quella ragazza”

Il messaggio misterioso di Michele Bertani

Un elemento carico di suggestione è il post pubblicato su Facebook nel 2016 da Michele Bertani, amico stretto di Andrea Sempio, prima di togliersi la vita. Il messaggio: “La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”. Secondo il settimanale Gente, rimuovendo le lettere maiuscole e traslitterandole in ebraico, emergerebbe la frase: “C’era una ragazza lì che sapeva.”

Un messaggio criptico che, secondo i più sospettosi, potrebbe alludere a Chiara. Bertani, inoltre, possedeva una Golf nera, un modello simile a quello segnalato vicino casa Poggi quella mattina da un testimone, Marco Muschitta. Un testimone che ritrattò subito, ma le cui parole oggi potrebbero essere rivalutate.

L’auto misteriosa in via Pascoli

Muschitta parlò di un’auto scura media, parcheggiata vicino alla villetta dei Poggi, ma non identificata con precisione. L’ipotesi che potesse trattarsi della Golf di Bertani, oggi defunto, rende il collegamento potenzialmente inquietante, seppur ancora solo indiziario.

Cosa aspettarsi dal 17 giugno

L’incidente probatorio rappresenta una fase delicata e decisiva, perché le analisi che verranno condotte saranno irripetibili. La speranza della difesa di Stasi è che emerga la presenza di altri soggetti sulla scena del crimine, riaprendo formalmente il processo. In gioco non c’è solo l’eventuale revisione della condanna a 16 anni di Alberto Stasi, ma anche una verità più completa su un caso che da anni continua ad appassionare e dividere l’opinione pubblica italiana.

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