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Garlasco, Gli audio di Paola Cappa che gettano ombre sulla sorella Stefania. Li do alla procura se li chiede

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Garlasco, maggio 2025 – Una nuova ombra si allunga sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi, la ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco. A rimettere al centro dell’attenzione mediatica le gemelle Cappa, cugine della vittima, è un’intervista a La Repubblica di Francesco Chiesa Soprani, ex manager dello spettacolo, oggi lontano dai riflettori, che racconta per la prima volta di aver ricevuto decine di messaggi vocali da Paola Cappa, sorella di Stefania, già al centro del dibattito per un presunto coinvolgimento indiretto nel caso.

Delitto di Garlasco: «Un fiume di vocali, li ho raccolti in cartelle»

«Il giorno in cui si è saputo del prelievo del DNA di Andrea Sempio, ho scritto a Paola: “Che cosa sta succedendo?”. Da lì è iniziato un fiume di messaggi vocali. Alcuni molto interessanti. Li ho organizzati in una cartellina sul telefono. Per ricordarmi meglio i contenuti, ho fatto una foto in cui ogni memo ha un titolo». Una di queste etichette? “Incastrare Stasi”. Un’espressione che, diffusa senza contesto, ha sollevato ipotesi inquietanti: un possibile complotto contro Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e unico condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto.

«Quella frase non l’ha detta lei: era un mio appunto»

Chiesa Soprani però chiarisce il significato: «Non è come è stato raccontato. Chi ha diffuso quella voce ha preso per buona la foto-memo che avevo condiviso con un autore Mediaset. “Incastrare Stasi” era solo un titolo che avevo dato a uno dei vocali per orientarmi, non sono parole sue». Quel materiale, da quanto riferisce l’ex manager, avrebbe poi iniziato a circolare informalmente, in un contesto che ha alimentato ricostruzioni frammentarie e, forse, fuorvianti.

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Le contraddizioni tra le gemelle?

Un altro dettaglio che potrebbe avere rilevanza investigativa riguarda una presunta smentita di Paola Cappa su alcune dichiarazioni pubbliche della sorella Stefania. «In uno dei vocali – racconta Chiesa Soprani – Paola prende le distanze da alcune affermazioni fatte dalla gemella». Una contraddizione che, se confermata, potrebbe far emergere nuovi elementi nella fitta trama del caso Garlasco, già riaperto dalla Procura di Pavia con l’indagine a carico di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi.

«Se la Procura me li chiede, li fornisco»

L’ex manager, noto per aver gestito personaggi televisivi e frequentato l’ambiente dello spettacolo negli anni Duemila, afferma di non avere alcuna intenzione di trattenere quel materiale: «Se la Procura me li chiede, li fornisco senza problemi».

Il suo rapporto con Paola Cappa risale proprio ai giorni successivi all’omicidio: «Nel 2007 fui io a portare Fabrizio Corona a Garlasco. Voleva intervistare le “gemelle K” per servizi e apparizioni televisive. Dopo quella fase, io e Paola siamo rimasti amici, almeno fino a poco tempo fa». Oggi, però, quel legame si è affievolito, soprattutto da quando i nomi delle sorelle Cappa sono tornati al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria.

«Stasi è innocente, ma non so chi è il colpevole»

Alla fine dell’intervista, Chiesa Soprani prende posizione: «Per me, Stasi è innocente. Chi sia davvero il colpevole, non lo so. Ma so che questo caso ha sempre avuto troppi angoli bui». Dopo aver lasciato il mondo dello spettacolo, oggi si definisce semplicemente un padre: «L’unica cosa che conta ora è mio figlio. Il resto non mi interessa più». Questa testimonianza, se formalmente acquisita dagli inquirenti, potrebbe diventare un nuovo tassello nell’indagine in corso, che punta a far luce definitiva su uno dei cold case più noti e controversi della cronaca italiana.

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