Garlasco (Pavia) – Quattro telefonate anonime, tutte concentrate nella fascia oraria in cui si colloca l’omicidio di Chiara Poggi, sono al centro dei nuovi approfondimenti della Procura di Pavia. Le chiamate, ricevute sul cellulare Nokia della 26enne il 13 agosto 2007, riaprono interrogativi mai completamente chiariti nei processi precedenti, in particolare sul reale movente e sulla presenza di più soggetti coinvolti.
Le telefonate misteriose al cellulare di Chiara
Secondo quanto emerso dalle nuove analisi del traffico telefonico, Chiara ricevette due squilli “di buongiorno” alle 9:44 e alle 10:17, ma non rispose. Poi, tra le 11:38 e le 13:30, arrivarono quattro telefonate anonime:
- 11:38
- 12:46
- 13:27
- 13:30
Chiara non rispose a nessuna di esse. Poco dopo, alle 13:31, fu il fidanzato Alberto Stasi a chiamarla. Non ottenendo risposta, affermò di essere andato a controllare e di aver nuovamente chiamato dal telefono fisso alle 13:43 e dal cellulare alle 13:45, poco prima di scavalcare il cancello e trovare il corpo.
La perizia del 2009: chiamate attribuite “probabilisticamente” a Stasi
Già nella sentenza di assoluzione in primo grado del 2009, il GUP Stefano Vitelli aveva analizzato queste quattro chiamate anonime. Basandosi su una valutazione probabilistica svolta dai periti informatici, si era giunti alla conclusione che le chiamate provenivano con alta probabilità dal telefono fisso della casa di Alberto Stasi. L’unica altra utenza anonima compatibile era quella di un’agenzia viaggi milanese, chiusa per ferie quel giorno.
Se tale ipotesi venisse confermata, servirebbe a rafforzare la ricostruzione secondo cui Stasi si trovava effettivamente a casa la mattina del delitto, ma restano dubbi su quale fosse il suo reale comportamento in quelle ore, e se abbia detto tutta la verità.
La telefonata “sparita” della cugina di Chiara
A riaprire il caso contribuisce anche una telefonata “mancante”: Stefania Cappa, cugina di Chiara, ha riferito agli inquirenti di aver telefonato alla casa dei Poggi il giorno prima dell’omicidio, il 12 agosto, ma non ve n’è traccia nei tabulati. Si indaga per capire se si tratti di un errore tecnico, una dimenticanza o un’anomalia più significativa.
Il ruolo di Andrea Sempio e i nuovi sequestri
Nel nuovo fascicolo d’indagine è formalmente indagato Andrea Sempio, amico di Chiara, su cui già in passato si era speculato per via di un’impronta – la “33 dattilo” – trovata sul muro della taverna, e per alcuni sms. Gli inquirenti hanno disposto nuovi sequestri di vecchi telefoni e analisi del traffico fra Sempio e due amici, Roberto Freddi e Mattia Capra, con cui si era sentito via sms e chiamate il giorno del delitto. L’obiettivo è capire se ci siano stati movimenti sospetti, tentativi di depistaggio o incontri mai riferiti nella fascia temporale in cui Chiara veniva uccisa.
Queste nuove verifiche, che tornano a scavare in una delle vicende giudiziarie più discusse degli ultimi 20 anni, mirano a chiarire se ci siano stati altri soggetti coinvolti, oltre a Stasi – già condannato in via definitiva – o se elementi sottovalutati al tempo possano dare un volto diverso all’intera dinamica del delitto.