Garlasco, 16 maggio 2025 – Il delitto di Chiara Poggi, la 26enne trovata morta nella sua abitazione in via Pascoli il 13 agosto 2007, non smette di inquietare. Dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, l’ex fidanzato oggi in semilibertà, e dopo anni di silenzi e archiviazioni, l’indagine ha ripreso vigore. Al centro, questa volta, non solo Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ma anche le cugine di Chiara, Paola e Stefania Cappa, mai indagate formalmente ma ora tornate all’attenzione degli investigatori.
Il settimanale Giallo, in edicola, annuncia che oltre 200 messaggi tra Paola Cappa e un amico milanese sono stati depositati in Procura. Secondo fonti investigative, nei messaggi ci sarebbero riferimenti inquietanti al delitto e al contesto familiare, tali da essere ritenuti “significativi” per le nuove indagini coordinate dalla Procura di Pavia.
Una festa in piscina prima dell’omicidio
Tra le piste battute, torna alla luce un dettaglio noto già nel 2007: una festa in piscina a cui Chiara avrebbe dovuto partecipare a luglio, un mese prima dell’omicidio. Lo riferì Francesca, una collega di Chiara, ai carabinieri. Oggi ci si chiede: erano presenti le cugine? E Andrea Sempio? È accaduto qualcosa in quella villa con piscina che potrebbe aver avuto un peso nei fatti successivi?
“Odio gli zii, non li sopporto più”: tensioni familiari
Un’intercettazione ambientale registrata nel 2007, ora ripresa dalla stampa, mostra un malessere profondo di Paola Cappa nei confronti della famiglia Poggi. Al telefono con la nonna, dice: “Odio gli zii, non li sopporto più, mi hanno rotto. Non voglio che vengano qui. Se io e Stefania siamo ridotte così è per questa storia qua.” Una dichiarazione carica di rancore, che oggi assume un nuovo significato per chi sta riesaminando i rapporti familiari alla luce dei nuovi elementi emersi.
Le immagini simbolo: impronte e Fruttolo
Nel numero di Giallo, compaiono due foto esclusive. La prima, risalente al 2013, è stata inviata da Paola alla sorella Stefania. Mostra due piedi femminili e, al centro, quella che sembra un’impronta a pallini, molto simile a quella trovata sulla scena del crimine. Sotto la foto, la frase: “Buon compleanno, sorellina.”
La seconda è più recente, scattata da Stefania, e ritrae un bambino circondato da biciclette, con la scritta: “Fruttolo”. È un dettaglio tutt’altro che banale: un vasetto di yogurt Fruttolo fu rinvenuto nella villetta al momento del delitto. Anche questo reperto è tra quelli che la Procura ha deciso di analizzare con test genetici e dattiloscopici.
“Gemelle K”: chi sono Paola e Stefania Cappa
Paola Cappa, oggi food blogger, nel 2007 studiava alla IULM e si muoveva con le stampelle per un incidente in bicicletta. Stefania, all’epoca studentessa di Giurisprudenza, è oggi avvocata. Nel 2017 ha sposato Emanuele Arioldi, figlio del cavaliere Roberto Arioldi e della nota “Annina” Rizzoli. Secondo le ricostruzioni, i due erano insieme anche la mattina del delitto, in piscina.
Le due sorelle sono figlie dell’avvocato Ermanno Cappa e di Mariarosa Poggi, sorella di Giuseppe Poggi, il padre di Chiara. Sono dunque cugine di primo grado della vittima. Pur non essendo formalmente indagate, i loro nomi tornano al centro dell’inchiesta a causa dei nuovi elementi e testimonianze.
Il fotomontaggio e le accuse di esibizionismo
Nel 2007, dopo l’omicidio, fece scalpore una foto ritoccata che mostrava Chiara, Stefania e Paola sorridenti e vestite di rosso a una festa mai avvenuta. Il montaggio fu consegnato alle telecamere, alimentando sospetti di esibizionismo e ricerca di notorietà. Le gemelle furono criticate per la gestione pubblica del lutto, per le interviste rilasciate e per il legame con Fabrizio Corona, che all’epoca seguiva da vicino il caso.
Il supertestimone e l’attizzatoio
Nel 2007, Marco De Montis Muschitta, tecnico della ASM, riferì di aver visto una ragazza bionda con un attizzatoio nei pressi della villetta di via Pascoli. L’identificò come Stefania Cappa, salvo poi ritrattare tutto. Fu indagato per calunnia e assolto nel 2011.
Ora, un nuovo supertestimone — ascoltato dalla trasmissione Le Iene — avrebbe confermato quella dinamica, sostenendo che una delle cugine avrebbe gettato l’attizzatoio in un canale nei pressi della casa della nonna a Tromello. Nei giorni scorsi, i carabinieri hanno prosciugato quel canale e ritrovato un martello, ora al vaglio del RIS.
Gli interrogatori in Procura
In seguito a questi sviluppi, la Procura di Pavia ha convocato nuovamente le gemelle Cappa e altri familiari per verificare la veridicità delle nuove segnalazioni. I legali delle gemelle e di Andrea Sempio respingono ogni coinvolgimento. L’avvocata Angela Taccia, difensore di Sempio, precisa: “Non esiste nessun rapporto tra Andrea Sempio e le gemelle Cappa. Non si conoscevano. Che si facciano pure tutti gli accertamenti del caso.”
A che punto siamo
Al momento:
- Andrea Sempio è formalmente indagato.
- La Procura sta per affidare un incidente probatorio su DNA e impronte.
- I nomi delle gemelle Cappa non compaiono tra gli indagati, ma le loro dichiarazioni sono di nuovo sotto esame.
- Il martello ritrovato a Tromello potrebbe diventare la nuova chiave di volta del caso.
A 18 anni dal delitto, quello che sembrava un caso chiuso torna a imporsi con nuovi indizi, foto, testimonianze e analisi. Nessuno, per ora, può dire se emergerà una verità diversa da quella sancita in sentenza. Ma ciò che è certo è che l’ombra del sospetto si è nuovamente allungata su persone e circostanze mai chiarite fino in fondo.