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Ho trovato la mia foto nel gruppo “Mia Moglie”, mio marito era Anonimo 127. Un incubo

Ho trovato la mia foto nel gruppo “Mia Moglie”, mio marito era Anonimo 127. Un incubo

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«L’uomo che mi diceva ti amo, che mi chiamava tesoro mio, che mi chiedeva di farmi bella quando uscivamo insieme, è lo stesso uomo che mi ha esposta sul web come una merce. Questa cosa ha un nome: si chiama violenza». È la voce spezzata di Anna, nome di fantasia, una delle donne finite nel gruppo Facebook “Mia Moglie”, che contava oltre 32mila iscritti prima della chiusura.

La scoperta delle foto rubate

Quando la notizia del gruppo è emersa, Anna ha deciso di guardare con i propri occhi. Tra immagini intime condivise senza consenso e commenti degradanti, ha riconosciuto dettagli della propria vita. «Mi sono accorta che quella era la mia stanza da letto. C’erano oggetti che mi appartenevano. E poi mi sono riconosciuta: ero io».A pubblicare la foto era stato il marito, nascosto dietro l’alias Anonimo 127. «Ho chiuso il telefono e sono scoppiata a piangere. Menomale che i miei figli non erano a casa», racconta.

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I commenti sessisti e il tradimento

Sotto la sua immagine, Anna ha trovato commenti che la descrivevano come un “bel fisico da puledra”. Alcuni chiedevano scatti più espliciti, e il marito rispondeva, come se fosse un gioco. «Un no è un no, il consenso è fondamentale. E invece noi donne veniamo trattate come soprammobili», denuncia.

La rottura immediata

Anna ha affrontato il marito, mostrandogli la foto. La risposta è stata un superficiale: «Stavo solo giocando». Ma lei non ha esitato: «Gli ho chiesto di fare le valigie e di andarsene subito. Non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia». Ai figli adolescenti ha raccontato che il padre era partito per lavoro, in attesa di trovare le parole per spiegare loro la verità. Ora il suo percorso passa da una denuncia penale, l’assistenza di un avvocato divorzista e il supporto di una psicologa.

Un doppio tradimento

Per Anna, il dolore è ancora più profondo: «In passato sono stata vittima di violenza domestica. Lui lo sapeva bene, mi è stato accanto e mi ha aiutata a rialzarmi. Per questo mi sento tradita due volte. Dopo quello che ho vissuto, cerco di sostenere altre donne che hanno subito violenza, e mi ritrovo ancora davanti a un uomo che non ha alcun rispetto di me».


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