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Home Fatti Le ultime parole di Mario: “Aiutami, mi ammazza”. E Natale scarica l’amico
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Le ultime parole di Mario: “Aiutami, mi ammazza”. E Natale scarica l’amico

  • Adriana Costanzo
  • 30 Luglio 2019

Le ultime parole di Mario: “Aiutami, mi ammazza”. E Natale scarica l’amico

«Non sapevo che avesse il coltello». Christian Gabriel Natale Hjorth scarica l’amico Finnegan Lee Elder, il responsabile delle undici coltellate che hanno ucciso Mario Cerciello Rega. Natale prende così le distanze dall’amico, tentando di differenziare le posizioni.

Dopo le dichiarazioni di venerdì, adesso anche il suo avvocato Emiliano Sisinni marca le diverse situazioni processuali: «La sua posizione è estranea all’imprevedibile condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello stato». Intanto emergono nuovi dettagli sugli ultimi istanti di Rega: «Aiuto, mi stanno ammazzando», gridava il militare.

Il vicebrigadiere dell’Arma è crollato a terra per le coltellate sferrate da Elder, mentre il collega Andrea Varriale era impegnato in un corpo a corpo con l’altro ragazzo americano. Non è riuscito a reagire alle pugnalate Rega. Non compare nessuna ferita sulle braccia, ultima traccia del tentativo di parare il coltello. Il primo colpo fatale, come emerge dall’autopsia, è al cuore. Non gli lascia scampo. Solo un grido disperato d’aiuto, come hanno poi ricostruito gli investigatori.

LA RICOSTRUZIONE

La ricerca di una notte, tra giovedì e venerdì, a sniffare cocaina è il primo pezzo del puzzle per comporre l’intera storia. Natale e Elder sono in cerca di droga. Sergio Brugiatelli è l’uomo che si offre di aiutarli. Come garanzia, l’italiano consegna a Elder uno zaino, con il suo cellulare e i documenti. Poi assieme a Natale, che parla italiano, si dirige dai pusher a Piazza Mastai. Gli spacciatori gli rifilano un’aspirina tritata. Poi litigano tra di loro. L’obiettivo è quello di mettere fretta all’americano, e incassare subito i soldi della dose.

Le cose però non vanno per il verso giusto. Natale, infatti, si spaventa e fugge. Corre dall’amico e insieme scappano con lo zaino di Brugiatelli. Quest’ultimo è disperato. Alla scena assistono quattro carabinieri fuori servizio, due marescialli e due ragazzi che da poco sono entrati nell’Arma. Tentano un inseguimento, ma non riescono. Gli americani sono troppo lontani. I militari allora suggeriscono a Brugiatelli di telefonare al 112. Lui lo fa. Prima, però, chiama al suo cellulare, che è nelle mani di Elder e Natale.

A rispondere è quest’ultimo che non solo pretende 100 euro, ma reclama anche un grammo di cocaina. Poi fissa il luogo dell’incontro, via Pietro Cossa quartiere Prati a cinquanta metri dall’albergo a quattro stelle, Le Meridien, in cui i due amici soggiornano. Brugiatelli si sente con le spalle al muro, chiama perciò il 112 dal cellulare di una persona presente in piazza Mastai, come gli era stato suggerito dai militari che avevano assistito alla scena. In poco tempo arriva una pattuglia.

Anche i 4 carabinieri presenti si muovono e chiamano due loro colleghi, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. Così, quando arriva l’auto di servizio sul posto, ci sono più uomini dell’Arma. Alla fine decidono chi deve andare all’appuntamento: la coppia Rega e Varriale. Ecco quindi che si dirigono all’appuntamento insieme a Brugiatelli. I militari, in borghese, con le pistole nelle fondine, passeggiano in via Cossa. Spuntano Natale e Elder, che prima erano andati a cambiarsi in albergo. Uno dei due indossa una felpa scura con il cappuccio in testa. Si guarda intorno in modo sospetto. I militari si avvicinano e si qualificano, secondo la versione di Varriale.

«Non dicono di essere carabinieri», per Elder e Natale. Ad ogni modo gli americani perdono la testa. Elder che aveva portato con sé un coltello con una lama come quella di una baionetta lunga tra i 16 e 17 centimetri, non esita ad usarla. La conficca per 11 volte sul corpo di Cerciello. Il collega è impegnato in un corpo a corpo con Natale. Per questo, forse, non tira fuori la pistola. A questo punto i ragazzi scappano, mentre Variale si getta sul collega. Corre a perdifiato verso l’auto di servizio, schiaccia un pulsante per dare l’allarme di soccorso alle pattuglie di zona. A sirene spiegate arriva l’ambulanza. Al Santo Spirito Rega arriva in condizioni disperate e morirà poco dopo.

Fonte: Il Messaggero

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