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Michela Murgia, si riapre il caso. Non è stato suicidio, trovato un Dna maschile. Di chi è

Manuela Murgia Manuela Murgia

Un nuovo capitolo si apre nell’inchiesta sulla morte di Manuela Murgia, la sedicenne di Cagliari trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon della necropoli di Tuvixeddu. Per quasi trent’anni il caso era rimasto archiviato come suicidio, ma i dubbi dei familiari non si sono mai sopiti. Oggi, grazie alle nuove indagini scientifiche, emergono elementi che potrebbero cambiare radicalmente la verità giudiziaria.

Le nuove analisi biologiche

Già a luglio una prima svolta aveva riacceso l’attenzione sul caso: sugli abiti della ragazza erano state rilevate tracce di sangue e materiale biologico. Ora, dai risultati degli accertamenti disposti dalla Procura, arrivano conferme ancora più pesanti. In ottanta campioni prelevati da jeans, giubbotto, slip e reggiseno della giovane è stato isolato Dna maschile. Una scoperta che rende sempre più fragile l’ipotesi del suicidio, sostenuta all’epoca dalle indagini. Gli esperti precisano che i reperti dovranno essere ulteriormente analizzati e tipizzati, ma la direzione sembra ormai segnata: la presenza di tracce maschili sugli indumenti intimi non può essere liquidata come un dettaglio secondario.

Il fidanzato indagato

Al centro dell’inchiesta resta Enrico Astero, all’epoca fidanzato di Manuela e oggi 54enne. Il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati a maggio con l’accusa di omicidio volontario, quando la Procura di Cagliari ha riaperto ufficialmente il fascicolo. Il gip Giorgio Altieri ha incaricato i carabinieri del Ris di eseguire accertamenti non solo genetici, ma anche dattiloscopici e merceologici sui vestiti, per escludere contaminazioni e garantire comparazioni affidabili. Sarà inoltre fondamentale il confronto dei profili genetici con quelli presenti nella banca dati nazionale e con quello dello stesso indagato, che non è stato ancora acquisito.

Caso Manuela Murgia, dopo 30 anni la svolta: indagato l’ex fidanzato per omicidio volontario, aveva solo 16 anni

I consulenti e le indagini

A seguire gli sviluppi ci sono figure di primo piano: Luciano Garofano, ex generale del Ris di Parma, che assiste la difesa di Astero, ed Emiliano Giardina, genetista nominato dalla parte civile. Entrambi hanno confermato la presenza di tracce biologiche maschili sugli indumenti della vittima, pur sottolineando la necessità di ulteriori verifiche.

La speranza della famiglia

La famiglia Murgia non ha mai accettato la versione del suicidio e da quasi trent’anni chiede verità e giustizia. Oggi, le nuove prove restituiscono loro speranza. «Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato l’avvocata Giulia Lai, che rappresenta i familiari – ora attendiamo la conclusione degli accertamenti». Parole che testimoniano la tenacia di una battaglia lunga e dolorosa, condotta per mantenere viva la memoria di Manuela e per dare finalmente un volto alla verità rimasta nascosta per troppo tempo.

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