Un alunno disabile costretto a restare tutto il giorno seduto, con gli abiti sporchi di urina. È questa l’accusa al centro del processo che vede imputata Barbara Floris, dirigente dell’istituto comprensivo Salvemini di via Negarville a Torino, per fatti risalenti all’anno scolastico 2021/2022. La Procura le contesta il reato di maltrattamenti per omissione: la preside non avrebbe garantito una formazione adeguata al personale scolastico sull’uso del deambulatore, limitando così i movimenti del ragazzo, e non avrebbe vigilato sulle condizioni igieniche durante le lezioni, lasciandolo in situazioni definite “insopportabili”.
La difesa di Floris per la dirigente della scuola
In aula, la dirigente – difesa dall’avvocato Ferdinando Sanneris – ha respinto le accuse: «Non potevamo fare di più. Al momento dell’iscrizione non conoscevamo la gravità della situazione e gli ausili sono arrivati in ritardo». Floris ha spiegato di aver chiesto al Comune un insegnante di sostegno specializzato e all’Asl un operatore socio-assistenziale, senza ricevere risposte. Sulla mancata formazione del personale ha precisato: «Avevo invitato i docenti a partecipare, ma non posso obbligare un insegnante a spostare un ragazzo. Capisco la frustrazione, ma le condizioni non dipendevano solo dalla scuola».
La denuncia della madre
Il procedimento è nato dall’esposto di un’assistente sociale, dopo le denunce della madre del ragazzo – oggi diciassettenne – che si è costituita parte civile con l’avvocata Gabriella Boero. La donna ha dichiarato in aula: «A mio figlio è stato negato il diritto all’inclusione. Era costretto a rimanere seduto, non poteva usare il deambulatore e in un’occasione è tornato a casa sporco perché nessuno gli aveva cambiato il pannolone».
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