Una nuova e inattesa svolta scuote il caso Garlasco, a quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Nella mattinata di mercoledì 14 maggio 2025, i carabinieri hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni di Andrea Sempio a Voghera, dei suoi genitori e di due amici, nell’ambito del nuovo fascicolo aperto dalla Procura di Pavia. L’obiettivo: cercare prove materiali che possano collegare il nuovo indagato al delitto, in particolare l’arma del crimine, sulla base delle indicazioni di un presunto “supertestimone”.
Le ricerche dell’arma: prosciugato un canale a Tromello
Le indagini si sono estese al territorio di Tromello, nel Pavese, dove è stato avviato il dragaggio di un canale lungo 1,2 km che passa tra abitazioni private. Protezione civile e vigili del fuoco hanno chiuso il flusso d’acqua con paratie e attivato idrovore per svuotare il canale, con l’obiettivo di ispezionarlo alla ricerca di un oggetto metallico compatibile con un attizzatoio da camino, indicato come potenziale arma del delitto.
Secondo quanto rivelato da una testimonianza raccolta dal programma “Le Iene”, in onda il prossimo 20 maggio, l’oggetto sarebbe stato gettato nel canale da Stefania Cappa, cugina della vittima. A riferirlo è un uomo rimasto finora anonimo, la cui intervista è stata sequestrata dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano. Il canale costeggia una casa disabitata appartenente alla nonna delle sorelle Cappa, ritenuta ora uno snodo centrale nelle indagini.
La posizione di Andrea Sempio
Andrea Sempio, già amico del fratello di Chiara, Marco Poggi, era stato coinvolto nelle indagini secondarie anni fa ma mai incriminato. Ora, tuttavia, un nuovo filone investigativo nato da accertamenti genetici (sul cromosoma Y) richiesti dalla difesa di Alberto Stasi, ha riportato l’attenzione su di lui. Sempio è attualmente formalmente indagato, e le perquisizioni mirano a recuperare dispositivi digitali, telefoni e potenzialmente tracce biologiche utili a confronti con i reperti.
La reazione della famiglia Poggi
Attraverso il loro legale, Francesco Compagna, i genitori di Chiara Poggi si sono detti “basiti” di fronte agli ultimi sviluppi: “A distanza di quasi 20 anni vengono valorizzate ipotesi stravaganti, ignorando quanto accertato in un giusto processo”, ha dichiarato l’avvocato, riferendosi alla condanna definitiva di Alberto Stasi, che ha ottenuto la semilibertà dopo aver scontato 10 dei 16 anni inflitti per l’omicidio.
Compagna ha inoltre chiesto maggiore rigore nella valutazione dei dati probatori e rispetto per il dolore delle persone coinvolte, sottolineando il rischio che nuove piste mediatiche, prive di fondamento solido, possano riaprire ferite senza portare giustizia.
I prossimi passi
L’attenzione ora si concentra sull’incidente probatorio già programmato per le prossime settimane, che vedrà l’analisi del materiale genetico di Andrea Sempio confrontato con i reperti raccolti nel 2007. Intanto, il contenuto dell’intervista al supertestimone, trasmesso da Le Iene, potrebbe offrire elementi inediti ma resta da verificare l’attendibilità della fonte e la concreta utilità investigativa di quanto affermato.
Il caso di Garlasco, che ha segnato per anni la cronaca nera italiana, sembra così destinato a non trovare ancora una parola definitiva. L’Italia resta in attesa, divisa tra chi chiede giustizia senza pregiudizi e chi teme l’inutile spettacolarizzazione di un dolore mai sanato.