Un viaggio verso le profondità dell’oceano, tra oscurità, silenzio e creature bioluminescenti. Così il New York Times immagina gli ultimi minuti di vita dei cinque passeggeri del sommergibile Titan, tragicamente scomparsi il 22 giugno 2023 in seguito a una “catastrofica esplosione” nelle profondità dell’Atlantico settentrionale.
Secondo la ricostruzione del quotidiano statunitense, a bordo dell’imbarcazione – gestita dalla compagnia OceanGate Expeditions – l’atmosfera era stata preparata con cura per affrontare l’estremo. Il comandante Stockton Rush, ideatore della missione e amministratore delegato della società, avrebbe suggerito ai passeggeri di indossare calzini pesanti e berretti, per proteggersi dal freddo intenso che avrebbe accompagnato la discesa a migliaia di metri sotto la superficie marina.
Il Titan era diretto verso il relitto del Titanic, ma non ci è mai arrivato. Dopo cinque giorni di ricerche frenetiche, i rottami del sommergibile sono stati localizzati a circa 1.600 piedi (circa 500 metri) dalla prua del transatlantico naufragato nel 1912, a una profondità di quasi 4.000 metri.
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Rush, come racconta il NYT, aveva previsto l’oscurità totale del viaggio, ma l’aveva presentata come un’opportunità unica per osservare i fenomeni naturali del mare profondo, come le misteriose creature bioluminescenti. Per rendere l’esperienza più “umana”, aveva consigliato ai suoi compagni di caricare playlist musicali personalizzate sui telefoni e di collegarli a un piccolo altoparlante bluetooth, per condividere le emozioni attraverso la musica. A bordo con lui c’erano:
- Hamish Harding, imprenditore e avventuriero britannico,
- Paul-Henri Nargeolet, ex comandante della Marina francese ed esperto conoscitore del Titanic,
- Shahzada Dawood, uomo d’affari pakistano,
- e suo figlio Suleman, appena 19 anni.
Un gruppo di esploratori uniti dalla passione per le profondità marine e dal desiderio di vedere con i propri occhi il relitto più famoso della storia. Nessuno di loro è tornato in superficie.
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La tragedia del Titan ha acceso un intenso dibattito globale sulla sicurezza delle esplorazioni estreme e sulla trasparenza delle società private che organizzano questi viaggi. Ma dietro i dati tecnici e le polemiche, restano le immagini – forse le ultime – di cinque uomini che, nell’oscurità silenziosa dell’oceano, ascoltavano musica insieme, nell’attesa di un sogno mai realizzato.
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