La tragedia che ha scosso Villa Pamphili continua ad assumere contorni sempre più inquietanti. Mentre le indagini proseguono senza sosta, emergono nuovi dettagli che fanno luce – almeno in parte – su quanto accaduto alla donna e alla neonata trovate morte nel cuore di uno dei parchi più amati di Roma. Gli investigatori sono ora convinti che si tratti di madre e figlia e, sebbene le identità ufficiali non siano ancora confermate, i dati raccolti finora sembrano rafforzare questa ipotesi.
Secondo quanto emerso dal vertice tenutosi nelle scorse ore in Procura, al quale hanno partecipato il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, il sostituto Antonio Verdi e i vertici della Squadra Mobile della Capitale, l’autopsia avrebbe fornito i primi elementi decisivi. Per la bambina – che aveva presumibilmente circa sei mesi – la causa della morte sarebbe da ricondurre a strangolamento o soffocamento, escludendo l’ipotesi iniziale di traumi alla testa, nonostante le lesioni osservate in un primo momento. Un gesto volontario e crudele, che esclude fatalità o incidente.
Quanto alla donna, il cui corpo è stato ritrovato in uno stato di decomposizione avanzata all’interno di un sacco nero a circa duecento metri di distanza dal corpicino della piccola, non risultano segni evidenti di violenza. Tuttavia, i medici legali stimano che la morte risalga ad almeno quattro giorni prima del ritrovamento, suggerendo che la bambina possa essere rimasta sola con il cadavere della madre prima di morire a sua volta, oppure che sia stata uccisa in un momento successivo, da una mano ancora ignota.
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Si cerca di risalire all’identità della donna attraverso i tatuaggi
Un altro dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini riguarda i tatuaggi ben visibili sul corpo della donna: uno raffigurante un teschio su un surf e un altro di tipo floreale. Gli investigatori stanno confrontando questi elementi con i database delle persone scomparse e con segnalazioni di soggetti vulnerabili, ma al momento non risulta alcuna corrispondenza. Nessuno sembra cercare né la donna né la bambina, un fatto che aggrava il senso di abbandono e mistero intorno a questo duplice dramma.
Nel frattempo, continuano i sopralluoghi a Villa Pamphili, con la polizia scientifica e gli agenti della Mobile impegnati nell’analisi dell’area boschiva dove sono stati trovati i due corpi. Si cercano tracce, indizi, oggetti personali, ma soprattutto si punta a ricostruire il percorso delle vittime nelle loro ultime ore di vita. Le immagini delle telecamere di sorveglianza poste nei pressi di via Leone XIII e lungo i viali di accesso al parco sono ora al vaglio degli investigatori. Potrebbero aver immortalato chi ha portato i corpi nel cuore della villa o, più tragicamente, chi li ha lasciati lì.
La Procura attende anche i risultati delle analisi tossicologiche e genetiche: il test del DNA, in particolare, sarà decisivo per l’identificazione e per confermare il legame tra le due vittime. Al momento, nessuna pista viene esclusa: dal gesto disperato di una madre alla fuga da un contesto familiare violento, fino all’ipotesi estrema di un omicidio a mano terza. Il giallo di Villa Pamphili è ancora lontano da una soluzione, ma ogni ora che passa sembra riportare un tassello in più in una vicenda che ha sconvolto Roma, e che lascia dietro di sé domande dolorose e ancora senza risposta.