Una tragedia sconvolgente ha colpito nella mattina del 29 aprile il comune di Misterbianco, alle porte di Catania, dove una madre ha lanciato dal terrazzo la propria figlia di appena sette mesi, uccidendola. La bambina, Maria Rosa, è morta sul colpo dopo un volo di oltre 12 metri. A compiere il gesto è stata Annamaria Geraci, 40 anni, affetta da una grave depressione post partum e con pregressi disturbi psichiatrici, già seguita dai servizi sociali e sanitari del territorio.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la donna avrebbe afferrato in braccio la neonata, è salita rapidamente per le scale fino alla terrazza al terzo piano dell’edificio di proprietà della famiglia e, senza alcuna esitazione, l’ha gettata nel vuoto, sotto gli occhi attoniti dei passanti e dei vicini. Dopo il gesto, è rimasta immobile sul balcone, con lo sguardo fisso sul corpo esanime della bambina, guardandola morire senza alcuna emozione.
In casa il compagno, il figlio maggiore e i parenti: nessuno riesce a fermarla
La scena si è consumata in pochi istanti, mentre in casa erano presenti il compagno della donna, il loro figlio maggiore di sette anni, la suocera e una cognata. Nessuno è riuscito a fermarla. La famiglia era consapevole della fragilità psicologica di Annamaria e non l’aveva mai lasciata sola. Proprio per questo motivo la madre e la sorella del compagno si erano trasferite stabilmente nell’abitazione per starle accanto e occuparsi anche della neonata.
Il compagno, un uomo coetaneo della donna, lavorava di notte come operatore ecologico e stava dormendo al momento dei fatti. È stato svegliato dalle urla disperate, è accorso in strada e ha trovato la figlia riversa in una pozza di sangue. In preda allo shock, ha tentato inutilmente di rianimarla, poi sarebbe risalito in casa e, sopraffatto dal dolore, avrebbe provato a compiere gesti autolesionistici. Poco dopo ha avuto un forte malore ed è stato soccorso da un’ambulanza e trasportato in ospedale. È stato dimesso alcune ore dopo. La piccola Maria Rosa è stata portata d’urgenza da un’altra ambulanza al pronto soccorso del San Marco di Catania, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Un quadro clinico complesso: era seguita, ma non era sottoposta a sorveglianza continua
Annamaria Geraci era da tempo in carico al dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania. In passato era stata sottoposta a Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) e viveva sotto la tutela di un amministratore di sostegno, come disposto da un provvedimento del Tribunale di Catania. Orfana di madre e figlia di un medico che vive fuori dalla Sicilia, la donna era stata definita “fragile”, ma non era obbligata a convivere costantemente con altri adulti per l’assistenza alla neonata.
Secondo familiari e conoscenti, la relazione con la piccola Maria Rosa era difficile. Mentre mostrava amore e dedizione verso il figlio maggiore, con la secondogenita sembrava esserci una forma di rifiuto emotivo, la bambina veniva spesso accudita dalla nonna e dalla zia paterna.
Le parole dei testimoni e la comunità sotto shock
A raccontare l’orrore sono stati anche alcuni vicini di casa, che avrebbero visto Annamaria affacciarsi alla ringhiera, rimanendo lì per alcuni secondi, a guardare il corpo della figlia senza dire una parola. Un comportamento che ha ulteriormente sconvolto chi ha assistito alla scena. Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, ha espresso pubblicamente il dolore dell’intera comunità:
«Siamo tutti sconvolti. È una tragedia devastante, una di quelle notizie che ti lasciano senza parole. Come padre, prima ancora che come sindaco, provo un senso di impotenza e angoscia. La famiglia era sempre stata accanto ad Annamaria. Era seguita, monitorata, il compagno è una persona stimata e perbene. Nessuno poteva prevedere un epilogo simile.» Anche l’assessora ai Servizi sociali, Marina Virgillito, ha parlato con voce rotta dalla commozione: «Abbiamo fatto tutto ciò che burocraticamente era possibile fare. Ma a volte, purtroppo, non basta.»
L’arresto per omicidio volontario e le indagini coordinate dalla Procura
Dopo l’intervento dei carabinieri della Tenenza di Misterbianco e della Compagnia Fontanarossa, Annamaria Geraci è stata presa in custodia e condotta in caserma. La Procura di Catania ha disposto il suo arresto per omicidio volontario aggravato. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Augusto Rio e dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, responsabile dell’area che si occupa della tutela delle fasce deboli.
Nei prossimi giorni sarà probabilmente disposta una perizia psichiatrica, volta a stabilire se la donna fosse in grado di intendere e di volere al momento del gesto. L’accertamento sarà cruciale anche ai fini del processo.