Si terranno lunedì i funerali della piccola Maria Rosa, la bambina di appena sette mesi uccisa dalla madre, Annamaria Geraci, lanciata dal balcone del terzo piano dell’abitazione di famiglia, nel cuore del centro storico di Misterbianco, in provincia di Catania. La comunità si prepara a dare l’ultimo saluto alla neonata, mentre l’indagine sull’omicidio si muove con discrezione ma determinazione, guidata dalla Procura etnea.
Nel frattempo, la giudice per le indagini preliminari Simona Ragazzi ha convalidato l’arresto della 40enne, detenuta da giorni con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Durante un lungo e doloroso interrogatorio, avvenuto alla presenza del suo legale, l’avvocato Alfio Grasso, e del pubblico ministero Francesco Rio, la donna ha confessato pienamente le sue responsabilità. L’inchiesta è coordinata anche dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, con particolare attenzione alla componente psichiatrica della vicenda.
Il fratellino testimone della tragedia
A rendere ancora più sconvolgente questa vicenda è la testimonianza diretta del figlio maggiore di Annamaria Geraci, un bambino di appena sette anni, che ha assistito all’intera scena. Il piccolo avrebbe visto la madre afferrare la sorellina e portarla verso il balcone. In preda al panico, avrebbe tentato di fermarla, gridandole: «Mamma, che stai facendo?». Purtroppo, il suo gesto disperato non è bastato.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Annamaria Geraci avrebbe approfittato di un momento di distrazione degli altri familiari – il padre dei bambini, la nonna e una zia materna – per compiere l’atto. La donna non veniva mai lasciata da sola con la neonata, proprio a causa del suo delicato stato psicologico. Quel giorno, però, è bastato un attimo per trasformare la preoccupazione in tragedia.
Autopsia effettuata, la salma restituita alla famiglia
Nei giorni scorsi è stata eseguita l’autopsia sul corpicino della bambina. I risultati preliminari hanno confermato che la morte è avvenuta per le gravi lesioni da precipitazione. La salma è stata restituita ai familiari, che ora si preparano al momento più doloroso: l’ultimo saluto alla piccola. Il padre, ancora sotto shock, ha ricevuto assistenza sanitaria e psicologica, così come il figlio maggiore, che sarà seguito da un’équipe specializzata per affrontare il trauma vissuto.
Un gesto estremo legato a una crisi psichiatrica profonda
L’intero contesto familiare era da tempo monitorato dai servizi sociali e dall’Asp, poiché la 40enne soffriva di una forma grave di depressione post-partum, associata a episodi di instabilità emotiva e isolamento. Era stata sottoposta a Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) e viveva sotto amministrazione di sostegno, misura disposta dal Tribunale. La tragedia riaccende la riflessione su quanto sia fragile l’equilibrio tra tutela della maternità, disagio psichico e protezione dei minori. Una fragilità che in questo caso ha avuto conseguenze estreme e irreparabili.
La piccola Maria Rosa sarà sepolta lunedì, in un clima di dolore condiviso da tutta Misterbianco. La speranza è che, da questo dramma, possa emergere una maggiore consapevolezza sulla prevenzione delle fragilità psichiche in ambito familiare, prima che sia troppo tardi.