Aveva solo 32 anni Martina Piserà, una giovane maestra della scuola dell’infanzia, originaria di Pizzo, e un futuro da mamma che sembrava ormai vicino: era alla trentesima settimana di gravidanza. Ma la notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio si è trasformata in un incubo irreversibile. La donna, già provata da settimane di dolore fisico e crescente preoccupazione, si è recata ancora una volta al pronto soccorso dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia, con un presagio nel cuore: non sentiva più muoversi il suo bambino.
Poco dopo l’arrivo in ospedale, l’ecografia ha confermato la più atroce delle verità: il feto non era più vitale. Quello che sarebbe bastato a distruggere ogni madre, tuttavia, non è stato l’epilogo, ma solo l’inizio di una tragedia ancora più grande. Nel giro di pochi minuti, le condizioni cliniche di Martina sono peggiorate in modo drammatico. Colpita da un arresto cardiaco, è morta nonostante un estenuante tentativo di rianimazione durato oltre 50 minuti.
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Dolori ignorati? Il sospetto che qualcosa non abbia funzionato
Non era la prima volta che Martina si rivolgeva ai sanitari dell’ospedale. In base a quanto dichiarato dalla famiglia, la donna si sarebbe recata al pronto soccorso almeno quattro volte nell’arco di poche settimane, lamentando forti dolori al petto. Una sintomatologia che – secondo quanto riferito – non aveva mai ricevuto una diagnosi allarmante, nonostante la persistenza e l’intensità.
In quel periodo, Martina stava assumendo antibiotici per curare una bronchite, sotto controllo del proprio ginecologo. L’ultima visita, datata 30 aprile, aveva confermato che il feto era in salute. Tutto sembrava procedere verso una nascita imminente e serena. Nessuno, né i medici né i familiari, immaginava che nel giro di pochi giorni tutto sarebbe cambiato.
Sposata da appena un anno con Alberto Lascala, titolare di un panificio, Martina era in maternità e si godeva – con l’entusiasmo e la paura tipica di ogni madre alla prima gravidanza – l’attesa per il suo bambino. Insegnante precaria nella scuola dell’infanzia, era una persona generosa e solare.
L’inchiesta della Procura: sequestrata la cartella clinica
Ora, però, resta solo un dolore muto e una richiesta di verità. La Procura di Vibo Valentia ha aperto un’indagine per accertare cosa sia realmente accaduto. I carabinieri hanno sequestrato la cartella clinica di Martina e raccolto le prime testimonianze da parte del personale sanitario presente quella notte. Sarà l’autopsia, prevista nelle prossime ore