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Docenti, Stretta sui regali di fine anno: Multe salate o licenziamento. Quali sono permessi e quali no

regali alle maestre regali alle maestre

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, in molte scuole italiane si ripropone una pratica tanto diffusa quanto controversa: le collette tra genitori per acquistare regali destinati agli insegnanti. Un gesto spesso dettato da sincera gratitudine, ma che, sul piano giuridico e deontologico, solleva questioni delicate legate al rispetto delle normative vigenti.

Regali agli insegnanti: il confine tra riconoscenza e irregolarità

Sebbene l’intenzione dei genitori sia quasi sempre quella di esprimere riconoscenza per l’impegno dimostrato dal corpo docente, i regali ai dipendenti pubblici – e quindi anche agli insegnanti – sono regolati in modo preciso dal Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, introdotto nel 2000 dal Ministero per la Funzione Pubblica.

L’articolo 3 del codice stabilisce che un dipendente pubblico non può accettare né sollecitare regali o altri benefici da soggetti che possano avere interesse nelle attività svolte dal proprio ufficio. L’unica eccezione riguarda i cosiddetti “regali d’uso” di modico valore, fissato generalmente sotto i 150 euro complessivi. Oltre tale soglia, la normativa parla chiaro: il dipendente rischia sanzioni disciplinari che possono arrivare fino al licenziamento, in particolare se il dono viene inteso come compenso per un’attività che rientra nei suoi doveri professionali.

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Quando il regalo diventa illecito

Un caso emblematico risale al 2018, quando un dirigente scolastico pugliese pubblicò una circolare interna vietando esplicitamente le collette tra genitori per acquistare regali agli insegnanti. Alla base del provvedimento, una raccolta che in una classe aveva raggiunto i 30 euro a famiglia, ritenuta “sproporzionata” e “fuori luogo” dal preside. La circolare richiamava proprio le disposizioni di legge e i codici di comportamento della pubblica amministrazione.

Il preside chiarì che il suo intervento non era frutto di un’azione arbitraria, ma il semplice richiamo a norme già esistenti, che da anni regolano i comportamenti etici dei dipendenti pubblici, imponendo sobrietà e imparzialità.

Rischi anche per i dirigenti

La responsabilità non grava solo sugli insegnanti: anche i dirigenti scolastici che non vigilano sull’applicazione del codice possono essere sanzionati. In particolare, è previsto che il dirigente intervenga quando vengono segnalati comportamenti che violano le norme sui regali, anche nel caso in cui si tratti di regali simbolici, ma reiterati e organizzati in modo strutturato.

Un gesto da ripensare

Alla luce di queste disposizioni, la consuetudine di raccogliere somme di denaro per acquistare regali ai docenti si pone in un’area grigia tra gesto affettuoso e potenziale infrazione. Il consiglio, per evitare malintesi o conseguenze indesiderate, è quello di optare per pensieri simbolici e condivisi, come un biglietto collettivo, una pianta, o un elaborato artistico degli alunni, che possono esprimere gratitudine senza violare alcuna norma.

In un contesto educativo, dove il valore dell’esempio è parte integrante del percorso formativo, anche il modo in cui si ringrazia un docente può diventare un momento educativo. A volte, un grazie sincero o un disegno realizzato dai bambini vale più di un regalo costoso.

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