Nelle scorse settimane la Cina ha puntato il dito contro il salmone norvegese ritenuto colpevole di avere importato il Coronavirus nel Paese, “colpa del salmone europeo” si è detto. Tuttavia ad oggi non c’è alcuna prova che i salmoni vivi possano essere infettati dal Covid-19, e soprattutto che siano in grado di trasmetterlo all’uomo.
“Non possiamo concludere che il salmone sia la fonte di infezione solo perché il Coronavirus è stato rilevato su un tagliere di un venditore”, ha, infatti, sottolineato l’epidemiologo Zadyou del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).
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Salmone a rischio microbiologico ritirato dal mercato: Attenzione
Il lotto di salmone affumicato ritirato dal supermercato Maxì di Arcade (Treviso) non ha nulla a che vedere con il Coronavirus, si tratta, invece, di un possibile rischio microbiologico. La direzione del punto vendita di via Tognana per segnalare il richiamo del prodotto e arrivare al maggior numero possibile di eventuali consumatori si è rivolta al Comune e alla sua pagina Facebook.
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Il prodotto che si chiede di riportare indietro è il salmone norvegese affumicato del marchio Starlaks – confezione da 100 grammi, lotto numero 619NI2010D2205 – , richiamato “a titolo precauzionale” e “per rischio microbiologico”. Quindi è importante che chiunque abbia comprato tale salmone non lo consumi assolutamente.
Secondo quanto riporta la tribuna di Treviso, l’azienda italiana Starlaks ha specificato che si tratta di un richiamo a titolo “preventivo, in quanto l’allerta non è ancora stata confermata”. I clienti che abbiano acquistato il salmone Starlaks, si legge nell’informativa del supermercato, sono pregati di non consumarlo e di riportarlo al punto vendita.
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