Si ritorna sul caso di Diana Pifferi, la bambina morta di stenti l’estate scorsa, perché in questi giorni i risultati dell’autopsia saranno riportati al pm di Milano Francesco De Tommasi. Ricordiamo il caso della bambina che ha lasciato l’Italia intera senza parole. Alessia Pifferi, madre della piccola, aveva deciso di trascorrere un periodo di ‘vacanza’ da questo impegnativo mestiere di essere mamma. Uno dei lavori più difficili del mondo, a pensarci bene. Nella storia della nostra società le donne sono sempre state penalizzate dal punto di vista della carriera proprio perché soggette a possibili gravidanze.
E la gestazione non è che l’inizio del mestiere di mamma. Un neonato dipende interamente da te, un figlio continuerà sempre a chiedere il tuo aiuto nel momento di difficoltà. Questo lavoro non si può mettere in stand by, come ha deciso di fare Alessia Pifferi, lasciando così morire la sua bambina. La donna, infatti, dopo aver cresciuto la piccola per un anno e mezzo, ha stabilito che era giunto il momento di prendersi una pausa. Peccato però che non abbia ricordato di ‘assumere’ qualcuno che potesse sostituirla nel periodo di lontananza. Probabilmente ha pensato che la piccola potesse sopravvivere da sola.
Ma così non è stato. Diana Pifferi, a soli un anno e mezzo, è morta di stenti. Rimasta senza cibo, senza acqua, senza una madre che si prendesse cura di lei. Una bambina troppo piccola per capire cosa stesse succedendo, e poter chiamare l’aiuto di qualcuno. Non possiamo neanche immaginare la sensazione di smarrimento, quando deve aver capito di essere rimasta da sola in quella che doveva sembrarle una casa enorme. Non possiamo immaginare i morsi della fame e della sete, la voglia di essere abbracciata, coccolata e protetta come tutti i bambini di questo mondo meritano.
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Diana Pifferi non ce l’ha fatta, ed è morta così, di stenti, dopo essere stata abbandonata da sua madre per sei lunghissimi giorni. Alessia è in carcere sin dal 21 luglio ma il caso che la riguarda non è ancora stato archiviato. In questi giorni verrà depositata dalla Procura di Milano la consulenza autoptica, che ha portato alla luce un nuovo inquietante dettaglio. A quanto pare la bambina avrebbe assunto benzodiazepine, cioè tranquillanti. Ovviamente, si tratterebbe di una assunzione forzata decisa sempre da sua mamma, stanca probabilmente dei suoi pianti e delle sue richieste di attenzioni.
Già dalle prime analisi del sangue era emersa la presenza di ansiolitici in Diana Pifferi, che verosimilmente venivano diluiti nel latte e le venivano somministrati. Adesso sono stati fatti degli accertamenti sui suoi capelli, che consentiranno agli esperti di stabilire anche le quantità e la data dell’emissione. Un dettaglio importantissimo che potrebbe cambiare ancora le sorti di Alessia. Sin dal primo momento, infatti, la donna ha negato di aver mai costretto sua figlia a prendere del benzodiazepine. Questo nuovo risvolto potrebbe influenzare il pm, che deve ancora dare la sentenza definitiva.
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