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Colpo si scena Garlasco, Trovato un video intimo che potrebbe essere il movente di Sempio. Cosa si vede

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Diciotto anni dopo l’omicidio che ha segnato profondamente l’Italia, la morte di Chiara Poggi continua ad alimentare dubbi e ipotesi. Sebbene Alberto Stasi sia l’unico condannato in via definitiva – con una sentenza della Cassazione che gli ha inflitto 16 anni di carcere – il caso non si è mai veramente chiuso. Non si tratta solo dei numerosi appelli della difesa o delle polemiche giudiziarie, ma di un sospetto sempre più diffuso: che qualcosa, nelle indagini o nel processo, non abbia funzionato. Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha espresso perplessità.

Oggi, con la Procura di Pavia che ha riaperto il fascicolo e affidato nuove consulenze al Racis dei carabinieri, emergono elementi che potrebbero cambiare lo scenario. L’indagine, coordinata dal procuratore facente funzioni Fabio Napoleone, si concentra su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi. Sempio è già stato coinvolto e poi escluso due volte dal procedimento, ma oggi è di nuovo sotto la lente: stavolta, accusato di omicidio in concorso.

L’interrogatorio dimenticato e il video intimo

È il settimanale “Giallo” a rilanciare una pista rimasta finora ai margini, pubblicando stralci di un interrogatorio reso da Marco Poggi il 18 ottobre 2007, due mesi dopo la morte della sorella. Marco, che all’epoca era molto legato ad Andrea Sempio, raccontò di aver utilizzato con lui il computer della sorella per giocare. Da quel computer sarebbe emerso un presunto video intimo tra Chiara e Stasi. Non è mai stato chiarito se Sempio lo abbia visto, ma l’ipotesi – oggi al vaglio degli inquirenti – è che ciò possa aver generato un’ossessione per la giovane Chiara. Un movente? Forse, ma resta ipotesi senza riscontri.

Il settimanale mostra anche la fotografia di quattro slip da donna usati, ritrovati in un sacchetto sul divano il giorno dell’omicidio nella villetta di via Pascoli. Secondo “Giallo”, quei reperti non sarebbero mai stati repertati né analizzati, un altro dettaglio che getta ombre sull’accuratezza delle prime indagini.

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L’impronta 33 e il DNA sotto le unghie

Il Racis sta ora approfondendo ogni elemento utile a ridefinire la scena del crimine. Tra questi, un’impronta palmare – la cosiddetta “papillare 33” – trovata sul muro delle scale che portano al seminterrato dove fu ritrovato il corpo di Chiara. Un’analisi tecnica recente ha attribuito quell’impronta proprio ad Andrea Sempio. Gli investigatori ipotizzano che possa averla lasciata senza nemmeno scendere le scale, semplicemente sporgendosi dalla parte superiore e appoggiando la mano sulla parete. Una ricostruzione che renderebbe compatibile la sua presenza con l’assenza di impronte insanguinate sui gradini.

Insieme a questa scoperta, arriva anche la rilettura di vecchi esami sul DNA. Sotto le unghie di Chiara erano stati individuati due profili maschili. Le nuove consulenze hanno stabilito che uno di quei profili appartiene proprio ad Andrea Sempio. L’altro resta senza identità. Un dettaglio tutt’altro che secondario, che potrebbe finalmente portare a un’identificazione alternativa dell’assassino o dei suoi eventuali complici.

Le scarpe di Stasi e l’errore degli investigatori

La suola della scarpa Frau taglia 42, con disegno a “pallini”, fu uno degli elementi che inchiodarono Alberto Stasi. Ma oggi quella traccia torna in discussione. La difesa dell’ex bocconiano sostiene, con una consulenza aggiornata, che quella suola potrebbe appartenere anche a un numero 44, rendendo la compatibilità con Stasi meno certa. Anche su questo, i nuovi inquirenti stanno procedendo a una rivalutazione completa.

E non è tutto. Un’annotazione dei carabinieri, redatta nel 2020, evidenzia un errore nelle operazioni di repertazione: almeno uno degli investigatori che partecipò al sopralluogo il 13 agosto 2007 avrebbe consegnato un paio di scarpe che non erano quelle realmente indossate quel giorno. Ne consegue che la comparazione delle orme sulla scena del crimine fu “quantomeno parziale”, rendendo i risultati delle analisi del Ris di Parma poco affidabili. Nel frattempo, la Procura sta cercando anche l’involucro contenente frammenti di intonaco del muro dove fu trovata la “papillare 33”. Un campione che potrebbe contenere ulteriori tracce biologiche, ma che – al momento – risulta introvabile.

Il nuovo profilo di Andrea Sempio

I carabinieri del Racis stanno anche tracciando un profilo psicologico e comportamentale di Andrea Sempio. Durante le perquisizioni nella sua abitazione di Vigevano e in quella dei suoi genitori, sono stati sequestrati appunti e scritti ritenuti rilevanti. L’obiettivo è capire se esista un movente credibile, compatibile con l’ipotesi di un omicidio impulsivo o pianificato, in concorso con altri soggetti. Se l’impronta, il DNA e il profilo comportamentale dovessero trovare coerenza tra loro, la posizione di Sempio – finora sempre sullo sfondo – potrebbe cambiare drasticamente.

Quasi vent’anni dopo: cosa si può ancora fare?

Le indagini attuali si concentrano soprattutto su ciò che può ancora essere accertato tecnicamente: la ricostruzione scientifica della scena del crimine, la dinamica dell’aggressione, le impronte, le tracce biologiche e la possibile presenza di terzi. Tuttavia, molte piste – comprese quelle più “suggestive” rilanciate in queste settimane da media e programmi televisivi – resteranno probabilmente prive di riscontri. Il tempo trascorso rappresenta un ostacolo insormontabile per gran parte delle indagini tradizionali.

Resta il dovere di fare chiarezza, per rispetto verso Chiara Poggi e la sua famiglia. Non si tratta solo di riaprire vecchie ferite, ma di dare finalmente risposte credibili e definitive a un Paese che non ha mai smesso di cercare la verità su quel tragico 13 agosto 2007.

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