È morto in carcere Shawn Ryan Grell, l’uomo condannato per uno dei crimini più atroci commessi negli Stati Uniti. La sua vittima fu la figlia di appena due anni, Kristen, che lui stesso cosparse di benzina e bruciò viva nel dicembre del 1999. La notizia del decesso è stata comunicata il 28 maggio 2025, ma la morte sarebbe avvenuta il 19 aprile scorso, in circostanze ancora non chiarite. Grell, 50 anni, era detenuto in un penitenziario dell’Arizona, dove stava scontando l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata.
L’omicidio della piccola Kristen
Il 2 dicembre 1999, Grell andò a prendere sua figlia all’asilo, le offrì un pasto e poi la portò con sé in auto. Intorno alle 19:30, si fermò sul ciglio di una strada isolata, aspettò che la bimba si addormentasse, poi la cosparse di benzina e le diede fuoco. Secondo i documenti del processo, la bambina si svegliò pochi istanti prima, urlando disperata: «No, papà, no». Nonostante le fiamme, Kristen riuscì a strisciare per circa tre metri prima di crollare, gravemente ustionata.
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Le confessioni e il processo
Nei giorni seguenti, Grell provò più volte a confessare il delitto, senza però essere preso sul serio. Lo fece la prima volta durante un controllo stradale, poi telefonando al 911. Solo quando si recò personalmente al Campidoglio dell’Arizona per ripetere la sua confessione, fu finalmente arrestato. Al momento della condanna a morte, pronunciò parole gelide: «Me lo merito».
Nel 2013, tuttavia, un cambio di rotta giudiziario stravolse la sua sorte. I suoi legali presentarono una perizia che certificava danni cerebrali subiti durante l’infanzia e una disabilità mentale riconosciuta dalla legge federale americana, che ne impediva l’esecuzione capitale. La pena di morte fu commutata in ergastolo senza possibilità di rilascio.
Una fine ancora avvolta nel mistero
Il Dipartimento penitenziario dell’Arizona non ha reso note le cause della morte, che sono tuttora oggetto di accertamenti interni. Nessun dettaglio è stato divulgato nemmeno in merito ad eventuali segni di violenza o problemi sanitari pregressi.
Il nome di Shawn Ryan Grell è rimasto inciso negli annali della cronaca nera statunitense come uno dei simboli più cupi della brutalità domestica e della fragilità mentale ignorata. Oggi la sua morte, come la sua vita, non porta sollievo, ma solo il ricordo di una tragedia che ha spezzato l’innocenza nella sua forma più pura.